venerdì 4 marzo 2011

ARRESTATO JOVAN DIVJAK

L'ex generale serbo che difese Sarajevo dall'esercito di Milosevic fermato in Austria su richiesta della Serbia.
Jovan Divjak è molto conosciuto in Italia, come autore del libro "Sarajevo mon amour" (Infinito Edizioni), ma soprattutto per essere stato un "serbo" che durante la guerra in Bosnia, scelse di difendere la capitale bosniaca dall'assedio. Belgrado, che ne ha chiesto l'estradizione, lo accusa di crimini di guerra per la morte di 42 soldati dell'esercito jugoslavo nel '92 nello scontro della Dobrovoljacka ulica.

Jovan Divjak
(Foto Luka Zanoni/OBC)
Jovan Divjak è una delle figure di spicco della resistenza durante l'assedio di Sarajevo. L'ex generale fa parte del gruppo di 19 ufficiali bosniaci accusati da Belgrado di aver attaccato una colonna dell'armata jugoslava all'inizio della guerra, nel maggio del 1992. Nell'attacco morirono 42 soldati jugoslavi, 73 rimasero feriti e 215 firono fatti prigionieri. Secondo l'accusa, al convoglio era stata garantita l'uscita sicura dalla città, ed era scortato da forze Onu, quando venne attaccato dalle truppe del nascente esercito bosniaco. I serbi già da circa un mese si erano dislocati sulle alture che circondano Sarajevo da cui per 43 mesi terranno sotto assedio la città provocando oltre 14 mila morti. Per l'episodio della Dobrovoljacka ulica è stata aperta un'inchiesta anche dalla giustizia bosniaca e la procura di Sarajevo ha reso noto di aver inviato all'Austria la richiesta di estradizione.

Il generale Divjak, nonostante fosse di etnia serba, si schierò fin dall'inizio con la popolazione di Sarajevo e assunse il comando della difesa della città. Grande sostenitore del multiculturalismo e del dialogo tra le etnie, dopo aver lasciato la carriera militare si è dedicato all'aiuto degli orfani di guerra attraverso la sua ong "Education Builds Bosnia". Divjak è il terzo alto ufficiale bosniaco arrestato all'estero su richiesta delle autorità serbe. L'ex membro della presidenza dei tempi della guerra, Ejup Ganic, fu arrestato l'anno scorso a Londra, ma una corte inglese lo ha rilasciato per insufficienza di prove. Il sindaco di Tuzla dell'epoca, Ilija Jurisic, arrestato a Belgrado, è stato anch'egli rilasciato dopo due anni di carcere per insufficienza di prove.

Il ministero degli Esteri bosniaco ha inviato alla Serbia una nota di protesta: "Si tratta di un atto politico per relativizzare le colpe della Serbia nella guerra in Bosnia", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Sven Alkalaj. A Sarajevo centinaia di persone si sono radunate davanti alle ambasciate austriaca e serba per protestare contro l'arresto. Proteste si segnalano anche in Serbia: varie Ong serbe hanno criticato l'arresto affermando che sarebbe molto più utile e produttivo per Belgrado arrestare Ratko Mladic e Goran Hadzic, gli ultimi due criminali di guerra serbi richiesti dalla giustizia internazionale.

Sull'arresto di Divjak segnalo l'articolo di Andrea Rossini, di Osservatorio Balcani e Caucaso, con le prime reazioni in Italia e Bosnia.

Sui fatti della Dobrovoljacka ulica segnalo quest'altro articolo di Osservatorio Balcani e Caucaso pubblicato lo scorso anno in occasione dell'anniversario dei fatti.

8 commenti:

  1. Io spero che Divjak non sia la vittima sacrificale dei problemi interni della Serbia.

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  2. eppure ragionava con le armi anche lui..
    a me hanno detto questo :
    si lo so, e siccome aveva fatto scannare soldati dell'esercito jugoslavo è stato presentato come un mite e generoso. Mica è un criminale, ha solo disertato e fatto ammazzare gentaglia dell'esercito jugoslavo che si ritirava! Hai letto Sofri? io nemmeno ci sono riuscito, ma ho letto come presentava la repubblica la notizia. Ma di che vogliamo più parlare, oramai?

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  3. io non me la sento di firmare la petizione
    confido nella giustizia anche se tra italia e l'aja non c'è proprio niente di positivo in cui sperare !
    pero' noi a sarajevo non c'eravamo e con quello che mi ha raccontato la mia amica chiara che c'è stata.. ti assicuro che c'è poco da credere a quelli che si professano innocenti... ricorda sempre che tanti testimoni sono stati ammazzati.. vedi arkan e milosevic

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  4. Certo, Arkan e Milosevic... E come no?
    Lina, ti perdono solo perché so che sei in buona fede. Non dico un ripensamento, ma un dubbio, un solo piccolo dubbio, anche solo un'incertezza, non ti viene mai?
    Non metto in dubbio ciò che ti ha raccontato la tua amica Chiara, ma ti ricordo che a Sarajevo c'è stato anche Sofri. E anche Alex Langer conosceva la situazione.
    Rileggerseli, non farebbe male. Ogni tanto. Mica per cambiare idea, ma così, giusto per avere qualche incertezza...
    Almeno ogni tanto...

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  5. guarda... proprio perchè la mia amica ha visto con i suoi occhi la croce rossa trasportare armi non credo tanto a sofri e a langer.. anche se quello che dicono lo dicono in buona fede
    propongo a te.. ogni tanto.. qualche dubbio.. qualche incertezza !
    ma si potrebbe parlare all'infinito... basterebbe avere un tribunale giusto in cui credere..... in qualche parte.. dell'universo
    qua c'è già qualcosa di interessante
    digilander.libero.it/lajugoslaviavivra/
    CRJ/DOCS/loc_caco.html
    se non funonzia il link è all'interno del post di moreno locatelli in balkan-crew
    ^_^

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  6. Ti posso assicurare che di dubbi ne ho tutti i giorni. Penso che chi conosce il mio lavoro me lo possa riconoscere.
    L'errore che secondo me fai tu, e altri che la pensano come te, magari animati dalle migliori intenzioni, è confondere e mescolare il quadro generale con fatti particolari.
    Nel caso delle guerre jugoslave crimini ed efferatezze sono stati compiuti da tutte le parti. Occorre individuare i responsabili (esecutori e mandanti) e processarli.
    Poi esiste il contesto e qui colpe e ragioni mis embrano ormai bene individuate.
    Se si mescolano i due piani non si rende un bel servizio alle ragioni di nessuno.
    Senza un riconoscimento vero delle colpe e delle responsabilità, senza un bilancio della propria storia, non sarà mai possibile non dico una riconciliazione, ma nemmeno una convivenza.
    E' un processo lungo, doloroso e impervio, ma va fatto, fino in fondo, senza vittimismi e senza autoassoluzioni più o meno di comodo.

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  7. bè.. su questo sono daccordo.. ma chi lo dovrebbe fare ?
    se avessimo una giustizia che funonzia.. prendi un imputato lo metti a processo.. accusa/difesa.. colpevole dentro.. innocente fuori...
    ma il tribunale dell'aja condanna solo serbi e questo pover uomo .. magari.. finirebbe dentro avendo aiutato i suoi nemici !!!
    scusate se rido.. perchè c'è poco da ridere... ma se c'è un mandato di cattura ci saranno anche delle prove.. cose che noi non sappiamo.. testimoni.. che so'... non è che uno finisce sotto processo per non aver fatto nulla.. almeno credo.... !!!!!

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