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Sulle attualissime vicende in Croazia che ogni due giorni sperimenta le proteste in piazza, non piu’ soltanto nella capitale Zagabria ma ormai in tutto il paese, sabato la situazione e’ stata commentata dal presidente croato Ivo Josipovic. Alle domande dei giornalisti, il capo dello stato ha detto che anche nelle proteste bisogna salvaguardare la dignita’ e il rispetto di tutti, sia di quelli che manifestano che di quelli contro i quali le manifestazioni sono indirizzate. “Penso che sia particolarmente importante per la natura democratica delle manifestazioni. E’ per questo che mi impegno e che raccomando che le proteste siano democratiche e dignitose” ha detto Josipovic, secondo tutti i sondaggi il politico piu’ popolare croato il quale ha aggiunto che le manifestazioni devono ssere anche chiare nei messaggi “che vengono mandati a tutti noi che copriamo degli incarichi”. Ha constatato pero’ che i messaggi finora non sono stati consistenti. “Ci sono stati messaggi di destra radicale, antieuropei mentre dall’altra parte c’erano messaggi proeuropei forse anche spostati verso la sinistra. Ma direi che che la maggior parte dei manifestanti arriva dalle fila di semplici cittadini che non hanno un colorito ideologico particolare bensi’ vogliono semplicemente vivere bene, vogliono lavorare, vogliono guadagnare uno stipendio per se stessi e per le loro famiglie ed e’ questo il messaggio piu’ importante di questi raduni” ha valutato il Presidente. Per quanto riguarda perfino il trend di manifestare davanti alle case dei politici, Josipovic ha detto che si e’ sempre impegnato per separare la sfera privata dalle attivita’ pubbliche. Ha aggiunto che alle manifestazioni ci sono state anche offese personali che non sono adeguate per la societa’ democratica.
Dopo il ripetersi delle manifestazioni contro governo a Zagabria che sono diventate un susseguirsi di marce per le strade della capitale ogni due giorni, l’ondata di preteste antigoverno si e’ allargata sull’intero paese. Sabato scorso le manifestazioni si sono svolte anche in altre otto citta croate, a partire da Zara, Varazdin, Slavonski Brod, Spalato, Fiume. Quelle piu’ massicce sono state nella cittadina barocca di Varazdin, 1500 manifestanti secondo gli organizzatori, 600 secondo le stime della polizia. Le richieste ovunque sono le stesse: dimissioni del governo ritenuto corrotto e colpevole di condurre il Paese nella distruzione. “Non vogliamo vivere in uno stato dove gli operai lavorano onestamente e per mesi non ricevono la paga, in cui i lavoratori dopo 20 anni di lavoro finiscono per strada, in cui i giovani non hanno ne’ lavoro ne’ prospettiva e in cui la criminalita’ nelle fabbriche e nelle aziende e’ ormai quotidianita’. Abbiamo bisogno di un Governo che sanzionera’ il criminale e acconsentira’ l’apertura di nuovi posti di lavoro, che agli operai al termine della loro vita lavorativa acconsentiranno una pensione dignitosa e ai giovani, a fine degli studi, il lavoro nella loro professione piuttosto che attendere invano presso l’Agenzia di occupazione” ha detto Denis Mladenovic, un giovane di Varazdin che aveva invitato i cittadini alla manifestazione antigoverno via Facebook. Tutti unanimi nel loro messaggio al Governo che sia arrivato il tempo di andarsene.
E per la prima volta, dalle fila della coalizione governativa, piu’ precisametne dal presidente del Partito croato dei contadini, Josip Friscic, partner di coalizione, arriva una dichiarazione concreta: se la Croazia entro giugno, durante la presidenza ungherese non riuscira’ a concludere i negoziati di adesione con l’Ue, “allora bisogna sedersi al tavolo e dire quando in autunno ci saranno le elezioni.” Friscic ha ribadito pero’ che la premier Kosor ha il sostegno del suo partito che e’ un partner responsabile nella coalizione del Governo. Commentando le manifestazioni antigoverno, Friscic ha detto che esse sono un diritto democratico ma che non appoggia la violenza, le minacce alle proprieta’ e alle persone.
Domenica, come annunciato, nuove manifetazioni a Zagabria, nuove marcie per le strade della capitale e sempre la stessa richiesta – che il governo si dimEtta e che si vada al voto anticipato. L’HTV, televisone di stato e l’agenzia Henda hanno condotto in questi giorni un sondaggio sull’opinione pubblica per sapere che cosa ne pensano i cittadini delle manifestazioni difuse in tutta la Croazia. I risultati sono stati commentati dall’esperto di scienze poltiche Nebojsa Blanusa. I sondaggi negano fortemente le dichiarazioni della presidenza dell’HDZ che le manifestazioni non hanno l’appoggio dell’opinione pubblica. In questo momento, persino il 70 percento dei cittadini ne e’ a favore mentre il 21 percento sono contrari, gli altri invece restano indecisi. Del 70 percento a favore delle proteste non sono pero’ tutti pronti a scendere in piazza, solo il 33 percento e’ disposto ad andare a manifestare. Ancora maggiore e’ il sostegno alle manifestazioni dei difensori, sostenute dal quasi 80 percento di cittadini ma c’e’ da notare che i sondaggi sono stati effettuati prima della liberazione di Tihomir Purda avvenuta pochi giorni fa. Va sottolineato anche che il principale argomento del governo contro l’attuale situazione e’ che le manifestazioni rallenteranno o renderanno piu’ difficile il cammino della Croazia verso l’Ue. Ma il 63,7 percento dei cittadini ritiene che le manifestazioni ne’ fermeranno ne’ rallenteranno l’ingresso del loro Paese nell’Ue. Anzi, secondo le analisti degli esperti, l’umore dei cittadini e le affermazioni del governo potrebbero essere molto controproducenti quando si trattera’ del referendum in Croazia per l’ingresso del paese nell’Ue. Se questo referendum si svolgera’ prima delle elezioni, i cittadini potrebbero votare contro e questo non perche’ contrari all’adesione all’Ue ma per esprimere il loro ‘no’ contro l’attuale governo. Per quanto riguarda la domanda su chi potrebbe salvare il paese dall’attuale situazione e a quale dei partiti dare fiducia i risultati sono altrettanto interessanti ma non sorprendenti. Non solo i cittadini sono contrari all’attuale governo, ma non hanno piu’ fiducia nemmeno nell’opposizione, quindi una generale sfiducia nell’elite poltica. Il maggior numero di cittadini vuole persone nuove e giovani.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda martedì 8 marzo.
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