Hdz come Cosa Nostra e Al Qaeda (da zelenapolitika.wordpress.com) |
Continuano, purtroppo, ad arrivare notizie per niente positive dalla Croazia che continua ad essere luogo di manifestazioni di protesta contro il governo. Mentre lunedi' scorso nella capitale croata Zagabria hanno manifestato circa mille cinquecento persone organizzate via Facebook, mercoledi' il loro numero, come annunciato, si e' evidentemente moltiplicato. Nonostante la neve e il freddo i manifestanti si sono riuniti nella Piazza dei fiori sempre nel centro di Zagabria per raggiungere nella marcia durata diverse ore lungo le strade della capitale un numero di 5000 persone. Tutti riuniti con un solo motivo, esprimere l'insoddisfazione con il governo di Jadranka Kosor, chiedendone le dimissioni e invocando le elezioni anticipate. Le manifestazioni si sono svolte anche a Fiume, Pola e Spalato. Questa volta al gruppo Facebook si sono riuniti anche due parlamentari: il laburista Dragutin Lesar e l'esponente dell'IDS, Damir Kajin. Dragutin Lesar nel suo rivolgersi alla gente riunitasi in Piazza dei Fiori ha detto di essere venuto perche' spinto dalle dichiarazioni del relatore del PE per la Croazia, Hannes Swoboda il quale aveva detto di non voler mischiarsi negli affari interni della Croazia, che e' un diritto democratico manifestare ma per quanto riguarda la richeista di elezioni anticpate ha dichiarato che prima dovono concludersi i negoziati con l'Unione e solo dopo indire le elezioni. Una dichiarazione questa, subito plaudita dai vertici governativi, a differenza di alcuni esponenti della opposizione.
Le parole scandite per le strade di Zagabria sono state ormai quelle consuete: «HDZ ladri!» «Jaco vattene» (Jaco e' il nome che si da' per la premier Jadranka Kosor), «Tutti in piazza», «Tutti alle elezioni» ecc. Dalla piazza dove si sono riuniti ieri sera i manifestanti hanno proseguito verso la sede dell'HDZ dove hanno incendiato la bandiera del partito governativo ma da li' si sono recati anche verso la sede del maggiore partito di opposizione, l'SDP dove altrettanto hanno bruciato la bandiera del Partito socialdemocratico nonche' la bandiera dell'Ue. La marcia per le strade di Zagabria si e' conclusa davanti alla casa della premier Jadranka Kosor dove i dimostranti hanno continuato a scandire parole contro il capo del governo chiamandola ad uscire e dimettersi. C'e' da aggiungere che per il gruppo di 34 manifestanti che settimana scorsa hanno partecipato nelle menifestazioni violenti, su decisione della corte e' stato deciso uno stato di fermo di un mese tra l'altro anche perche' avevano annunciato di intendere a continuare a partecipare nelle prossime manifestazioni. Le manifestazioni di mercoledi', va sottolineato, si sono svolte senza incidenti e violenze mentre nuove protesta, ancora piu' massiccie, sono state annunciate per domani, venerdi'.
Va detto anche che l'ultimo episodio di manifestazioni e' accaduto proprio il giorno in cui la Commissione europea, persino una settimana prima della prevista data, ha reso pubblico il rapporto sulla Croazia. Secondo i rappresentanti del governo croato e secondo il capo negoziatore, Vladimir Drobnjak, si tratta del migliore rapporto di avanzamento della Croazia. Stefan Feule, commissario europeo all'allargamento ha affermato pero' con cautela che con questo rapporto sono aperte le porte a Zagabria verso l'Unione, ha incoraggiato il cammino della Croazia ma ha rilevato che la conclusione dei negoziati entro giugno e' un progetto «molto ambizioso». Bruxelles si aspetta da Zagabria di raddoppiare gli sforzi e ha ben precisati gli obblighi che la Croazia deve ancora soddisfare per concludere il processo di negoziati. In piu' non e' stata indicata nessuna data della conclusione dei negoziati. La prossima conferenza intergovernativa e' prevista per il primo aprile. Oggi [ieri, 3 marzo, n.d.r.], durante la sessione del Parlamento, il leader dell'opposizione, Zoran Milanovic ha chiesto che la premier Jadranka Kosor venga in parlamento per riferire ai deputati su quello che sta' accadendo, per rispondere alle gravi accuse del suo partito secondo le quali dietro alle manifestazioni violente ci sono i partiti di opposizione e di dire quando si andra' al voto. Milanovic ha detto che i negoziati con l'Ue devono essere conclusi, che tutti sanno qual'e' la dinamica verso questo obiettivo ed e' per questo che l'opposizione chiede che le elezioni siano al piu' presto, in un termine ragionevole. «La gente e' amareggiata», ha sottolineato Milanovic. A replicargli l'esponente dell'HDZ, Andrija Hebrang il quale ha detto che la situazione a Zagabria e' ottima, sottolineando che proprio oggi nella capitale si trova oltre 50 rappresentanti europei. Hebrang ha ribadito la posizione del suo partito e del governo che il termine per le elezioni e' quello dopo la conclusione dei negoziati di adesione.
In un momento piuttosto delicato per il partito governativo e per la coalizione governativa si svolge a Zagabria una due giorni di conferenza con il titolo «Croazia: nuovo modello dell'allargamento» organizzato dal Comitato centrale del Partito popolare europeo. Un tentativo questo, secondo gli analisti, di esprimere pieno sostegno alla fase finale dei negoziati croati di adesione. La prima giornata e' stata dedicata alle sfide a alle aspettative dell'ingresso del Paese nell'Ue, nonche' agli effetti economici dell'adesione. «La Croazia concludera' il suo lavoro e orgogliosamente e con testa alta entrera' nell'Ue tornando a casa, al suo cerchio di civilizzazione europeo» ha detto Jadranka Kosor in apertura della coferenza e si e' detta convinta che entro giugno la Croazia riuscira' a chiudere i rimanenti sette capitoli compresi i due piu' delicati: Giustizia e Competizione. Tra i rapprsentanti dell'EPP, partito amico dell'HDZ e del Partito croato dei contadini, che fa parte della coalizione governativa, a Zagabria e' giunto anche l'eruocommissario per la giustizia, Viviane Reding la quale ha riconosciuto il grande avanzamento della Croazia sul piano giustizia e diritti fondamentali e l'adempimento «in gran misura» dei criteri per l'ingresso nell'Ue che, come ha detto, si trova «a portata di mano». Domani, seconda giornata della conferenza, si parlera' delle implicazioni dell'ingresso croato nell'Ue sulle prospettive europee dell'Europa sudorientale nonche' della collaborazione regionale. Tra gli altri, interveranno anche il ministro degli esteri e delle integrazioni europee croato, Gordan Jandrokovic e il ministro delle integrazioni europee albanese, Majlinda Bregu. Della responsabilita' europea nella regione, parleranno il capo della delegazione UE in Serbia, Vincent Degert, il rappresentante speciale dell'Ue in BiH, Valentin Inzko e la presidente della Commissione per la cultura ed educazione del PE, Doris Pack.
E mentre si fa tutto per dimostrare la fermezza e la protnezza di compiere questo ultimo passo verso l'Europa, cosi' atteso dal mondo politico croato, l'attuale delusione con il governo, il peggioramento della situazione economica nel Paese e gia' gli annunci di possibili rinvii che ieri sono arrivati da Bruxelles e che non le mettono per niente ottimistiche le previsioni della conclusione del capitolo piu' delicato – Giustizia, entro giungo, fanno si' che aumenta l'euroscetticismo e che secondo gli attuali sondaggi, in questo momento a favore dell'ingresso nell'Ue voterebbe soltanto il 38 percento della popolazione croata. L'insoddisfazione aumenta e avvolge tutti: dai lavoratori, ai contadini fino ai pensionati, ma niente meno, ed e' anche questo quello che preoccupa, avvolge anche i giovani che si sentono senza prospettive. Come detto, domani sono previste nuove manifestazioni contro il Governo. Speriamo si svolgeranno in tono pacifico e dignitoso, perche' il ricordo delle violenze di settimana scorsa non lascia indifferente nessuno.
[*] Corrispondente di Radio Radicale
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