Il generale Isik Kosaner |
La Costituzione in vigore dal 1982 ha istituito un Consiglio per la sicurezza nazionale, composto da vari esponenti delle forze armate, che può inviare raccomandazioni a tutti gli organi istituzionali su questioni giudicate di vitale importanza per lo Stato. In alcune occasioni queste raccomandazioni si sono tradotte in veri e propri golpe: da quelli del 1960, 1971 e 1980, seguiti da governi militari di breve periodo, fino a quello del 1997 definito "soft" o anche "post moderno" che si limitò a costringere alle dimissioni l'allora premier Erbakan. La nomina del nuovo capo di stato maggiore assume poi ulteriori elementi di interesse e di importanza se si considera che l'attuale governo islamico moderato dell'Akp del premier Erdogan non ha mai avuto rapporti facili con l'establishmnet militare.
L'ultima grave tensione in ordine di tempo risale allo scorso febbraio, quando una ventina tra generali e ammiragli, alcuni in pensione, furono messi in prigione insieme ad una trentina di ufficiali e sottoufficiali con l'accusa di aver preso parte ad un piano segreto per tentare di rovesciare l'attuale governo nell'ambito dell'inchiesta sull'organizzazione eversiva ultranazionalista Ergenekon e sul cosiddetto "stato profondo". A riprova che i rapporti tra esecutivo e forze armate non sono facili basti dire che alla nomina di Kosaner, attesa in un primo momento per mercoeldì scorso, si è arrivati dopo una serie di rinvii dovuti a ripetuti contrasti tra governo e generali complicati dai nuovi mandati di cattura spiccati contro ufficiali ed ex ufficiali accusati di attività sovversive.
Classe 1945, nativo di Smirne, in carriera dal 1978 dopo la laurea all'Accademia di guerra, già a capo delle forze speciali impegnate nella repressione del terrorismo, il generale Kosaner ha fama di duro e di strenuo difensore del secolarismo dello stato turco e come comandante dell'esercito era di fatto già il "numero due" dello stato maggiore. Il suo primo discorso pubblico è previsto per il prossimo 27 agosto in occasione della cerimonia ufficiale di insediamento. Il 12 settembre la Turchia andrà alle urne per il referendum sulla riforma della Costituzione del 1982, figlia del golpe del 1980 che avvenne - quando si dicono le coincidenze della Storia - proprio il 12 settembre. La riforma voluta dal premier Erdogan tra le altre cose restringe il potere dei militari: facile prevedere che tutti gli occhi saranno puntati sul generale e su quello che dirà e che le sue parole saranno pesate e valutate con la masima attenzione dentro e fuori dalla Turchia.
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