Il console generale turco a
Gerusalemme, Sakir Torunlar, sarà il primo ambasciatore ufficiale in
Palestina. La sua qualifica è stata elevata di rango dopo che alla
Palestina è stato riconosciuto come Stato non-membro alle Nazioni
Unite. Torunlar ha presentato le sue credenziali al presidente
palestinese, Mahmoud Abbas a Ramallah, ed è dato per scontato che
saranno accettate, anche perché Ankara ha riconosciuto la Palestina
nel 1988, anno della dichiarazione d'indipendenza proclamata
dall'Olp.
La decisione viene dopo che la Turchia
ha ripreso con Israele i rapporti gravemente incrinati nel giugno
2010 a seguito dell'assalto alla nave Mavi Marmara, componente della
“Freedom Flotilla” che tentava di rompere l'isolamento della
striscia di Gaza imposto da Tel Aviv, in cui morirono 9 attivisti
turchi. Tre settimane fa, il viaggio in Medio Oriente del presidente
americano Barack era stato l'occasione per un gesto distensivo del
premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che aveva telefonato al
premier turco Recep Tayyip Erdogan, per porgere le scuse ufficiali.
Il processo di riappacificazione è
attualmente in attesa di un accordo sugli indennizzi economici per le
famiglie delle vittime della Navi Marmara e della revoca del blocco
sulla Striscia di Gaza richiesta da Ankara, ma che il peggio sia alle
spalle lo dimostra anche l'inedita proposta lanciata qualche giorno
fa dal ministro turco dell'energia, che nel corso di un convegno ha parlato di una possibile “triangolazione” con Israele e Cipro per concordare lo sfruttamento delle
ingenti risorse di gas e petrolio che sarebbe custodite nei fondali
del Mediterraneo orientale.
E' evidente che da una parte la crisi siriana,
sempre più grave e profonda, e dall'altra la minaccia del nucleare iraniano,
spingono Ankara e Tel Aviv a mettere da parte incomprensioni e
ripicche delgi ultimi anni e a riprendere i rapporti con la benedizione di Washington. Il processo di pace che si sta avviando tra il governo turco e la guerriglia curda e gli interessi economici ed energetici che Ankara sta sviluppando con il Kurdistan iracheno aggiungono ulteriori elementi per comprendere ancor meglio la politica estera della Turchia in Medio Oriente e in Palestina.
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