Non sono piaciute le dichiarazioni del neo presidente su Srebrenica, Vukovar e “grande Serbia”
Tomislav Nikolic legge il suo discorso durante la cerimionia di insediamento |
Lunedi', 11 giugno, si e' svolta la tanto discussa inaugurazione del nuovo presidente della Serbia Tomislav Nikolić. Nel corso dell'inaugurazione Nikolić ha dichiarato che durante il suo mandato condurra' una politica di pace, stabilita' e collaborazione nel vicinato e che nell'interesse della Serbia collaborera' con tutti, sia quelli all'est che quelli all'occidente. Molti sono stati i partecipanti alla cerimonia solenne ma con l'assenza di quasi tutti i capi di stato della regione. Rivolgendosi ai presenti, Nikolić non ha mancato di sottolineare che non permettera' che le diverse vedute relative alle singole vicende del passato mettano a repentaglio il futuro comune: "Tutte le differenze ed i problemi risolveremo con mezzi pacifici e democratici, prima di tutto attraverso il dialogo. Proteggero' la costituzione, rispettero' e salvaguardero' l'unita' territoriale della Serbia e cerchero' di unire tutte le forze politiche del nostro paese a fin di stabilire ed attuare la politica comune verso il nostro Kosovo". Il neopresidente ha sottolineato anche che collaborera' con il futuro governo ma che vegliera' su ogni suo atto e se necessario lo critichera'. "Chiedero' e partecipero' io stesso nella ferma lotta contro la criminalita' e corruzione. Non mi calmero' finche' non sapro' tutto e finche' non saranno trovati i responsabili per la privatizzazione di saccheggio che e' stata effettuata in Serbia", ha inoltre promesso Nikolić dichiarando che sara' fedele alle sue promesse elettorali.
Il discorso ufficiale di Tomislav NikolicCome detto, assente il maggior numero dei capi di stato della regione, con l'eccezione del presidente del Montenegro Filip Vujanović e del leader dei serbi della Bosnia Erzegovina, il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik. Il presidente del Partito socialista della Serbia Ivica Dačić ha valutato l'assenza dei presidenti dei paesi vicini come "un boicotto organizzato e una umiliazione verso la Serbia e non verso Nikolić poiche' e' stato il popolo della Serbia a decidere a favore di Nikolić come presidente e questo deve essere rispettato da tutti". Dačić ha rilevato che questo non e' nello spirito della riconciliazione e delle eurointegrazioni, che non conduce verso un progresso delle relazioni di buon vicinato. Secondo gli analisti, d'ora in poi, Nikolić verra' giudicato in base alle sue azioni e non secondo le parole pronunciate: per quanto riguarda l'esame su quello che aveva detto, eviderntemente e' gia' stato bocciato.
A nome della Commissione europea, a Belgrado c'era il commissario all'allargamento Stefan Fuele il quale ha ribadito l'appoggio dell'Unione alle integrazioni europee della Serbia e alle riforme necessarie su questo cammino. "L'Ue vi appoggera' e sara' il vostro maggiore alleato. Saremo accanto a voi e ai cittadini della Serbia" ha promesso l'eurocommissario aggiungendo che l'Ue spera ad una veloce formazione del nuovo governo serbo. Fuele ha salutato le promesse fatte da Nikolić relative alla continuita' delle istituzioni e ha altrettanto salutato la prima visita ufficiale del neopresidente a Bruxelles. Il commissario europeo ha osservato che l'Ue non ha richieste nascoste e che esaminera' innanzitutto l'avanzamento di Belgrado nel dialogo con Priština nonche' il proseguimento della normalizzazione dei rapporti.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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