giovedì 28 giugno 2012

ANCHE LA SERBIA FA I CONTI CON CORRUZIONE E CRIMINALITA' ORGANIZZATA AD ALTO LIVELLO

I sospetti sull'ex presidente Tadic, ma anche sul leader socialista Dacic. Il ruolo di Mladjan Dinkic nella privatizzazione di Mobtel. L'inchiesta austriaca sull'ex premier croato Sanader potrebbe arrivare in Serbia.

Di Marina Szikora [*]
"Anche Belgrado sotto pressione dell'Ue sta iniziando a fare i conti con la corruzione.... il piu' spesso menzionato e l'ex membro del governo Mlađan Dinkić, ma anche lo stesso Boris Tadić ed uno dei suoi piu' fedeli collaboratori, Vuk Jeremić che adesso va alle Nazioni Unite": cosi' un articolo del quotidiano croato 'Večernji list' sulla situazione relativa alla lotta contro la corruzione in Serbia. 'Večernji' aggiunge che in Serbia non e' stato ancora costituito il governo anche se dalle elezioni parlamentari e' passato un mese e mezzo e evidentemente come una specie di preludio nell'accordo sulla coalizione governativa si conducono battaglie su chi e quanto e' corrotto.

Il piu' attaccato e' Mlađan Dinkić, leader del nuovo partito Regioni Unite della Serbia che potrebbe far parte della nuova coalizione intorno a Boris Tadić. Lo scrive il giornale che si ritiene piu' vicino a Tadić, il quotidiano 'Kurir'. Il giornale pubblica un articolo in cui a Mlađan Dinkić viene attribuito il ruolo nella privatizzazione del Mobtel, la rete mobile principale in Serbia su cui la procura austriaca sta svolgendo le indagini. Dinkić, che fu ministro e governatore della Banca popolare serba replica di non essere coinvolto in nessuna indagine ma che si sta indagando su Bogoljub Karić che prima ancora si era impossessato del 51 percento della proprieta' della Mobtel. Va sottolineato che Bogoljub Karić e' da anni latitante a causa di imputazione nel caso Mobtel ma alle ultime elezioni ha appoggiato Tomislav Nikolić, eletto nuovo presidente della Serbia.

'Večernji list' spiega che a tutto cio' negli ultimi giorni si aggiunge l'osservazione dell'istituto internazionale indipendente con sede a Ljubljana, Ifimes che si occupa dei Balcani e del Medio Oriente e in una analisi pubblicata lo scorso venerdi' annuncia una specie di desanaderizzazione della Serbia attraverso il caso di Mlađan Dinkić. Nello scandalo relativo alla vendita di Mobtel aggiungono anche il nome dell'ex presidente serbo Boris Tadić. La “desanaderizzazione” si intende come l'inizio della lotta alla corruzione al piu' alto livello come nel caso dell'ex premier croato Ivo Sanader attualemente sotto processo in Croazia per gravi atti di corruzione e abuso d'ufficio.

L'analisi dell'istituto sloveno, firmata dal suo direttore Zijak Bećirović e da Bakhtar Aljaf afferma che le indagini austriache inevitabilmente arriveranno fino alla Serbia e che si dovra' indagare sul ruolo non soltanto di Mlađan Dinkić bensi' anche su quello di Boris Tadić, Vuk Jeremić e Srđan Šaper, i piu' stretti collaboratori di Tadić. Si ritiene che la persona chiave nelle indagini e' Bogoljub Karić che potrebbe offrire risposte a molte domande e contribuire a concludere le indagini relative alla vendita criminale di Mobtel, concludono gli analisti dell'istituto Ifimes. L'istituto di Ljubljana ed i suoi esperti vengono a volte citati dai media serbi e la loro convincenza aumenta quando vengono citati gli ex politici. Va detto anche che il presidente onorario dell'istituto sloveno e' l'ex presidente croato Stipe Mesić e tra i nomi conosciuti c'e' anche quello di Zoran Živković, ex premier serbo.

Ifimes nelle sua analisi si dichiara apertamente contro Tadić e afferma che il nuovo governo serbo dovrebbe essere formato dai vincitori elettorali, quindi dal Partito del progresso che fino alla sua vittoria presidenziale e' stato guidato da Tomislav Nikolić. Nel caso della Serbia, conclude il quotidiano croato 'Večernji list' una cosa e' certa: dal paese si aspetta che sul suo cammino verso l'Ue bisogna sostanzialmente indagare su 24 casi di privatizzazione delle imprese statali. Quanto alla formazione del nuovo governo sono in corso diversi giochi sotto tavolo. La parola chiave continua ad averla Ivica Dačić, leader dei socialisti di Slobodan Milošević di cui si afferma essere sotto influsso decisivo della Russia e della vedova di Milošević, Mira Marković. Ma anche su Dačić pendono scandali di corruzione. Ultimamente Dačić ha condizionato la sua entrata nel governo con quella di Mlađan Dinkić che, secondo i media di Belgrado, non sarebbe gradito da Boris Tadić.

[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale. La trasmissione è stata realizzata prima che arrivasse la notizia dell'incarico conferito dal presidente serbo Tomislav Nikolic al socialista Ivica Dacic per la formazione di un governo di coalizione tra Sns e Sps.

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