Di Marina Szikora [*]
Dalle elezioni politiche dello scorso 20 maggio, la Serbia manca ancora di un nuovo esecutivo. Sono invece sempre attuali le previsioni, speculazioni e lunghe trattative e la soluzione non e' ancora visibile. Settimana scorsa, a Novi Sad, il leader del Partito Socialista della Serbia, Ivica Dačić, ritenuto l'ago della bilancia in queste trattative, ha detto che attualmente esiste una 'confusione' intorno alla questione della formazione del governo della Serbia ma la colpa non e' del Partito Socialista bensi del Partito Democratico e del Partito del Progresso. "Perche' chiedete a me perche' non si forma il governo? Che sia formato senza di me, non m' importa. Perche' dovrei entrare nel governo in cui qualcuno domani mi dira' che bisogna accettare tutto quello che chiede l'Ue? Oppure, perche' dovrei entrare nel governo che dice che noi non possiamo nemmeno negoziare con l'Ue?" ha chiesto Dačić ai giornalisti a Novi Sad. Il leader dei socialisti serbi ha ripetuto che il partito Regioni Unite della Serbia e' inaccettabile per il Partito Democratico mentre dall'altra parte il Partito Socialista non vuole accettare che il terzo partner sia il Partito Liberaldemocratico e che dai liberali dipenda la maggioranza parlamentare.
Dačić non ha negato l'affermazione che Mosca stia facendo pressione su di lui a fin di formare il governo con il Partito del Progresso, valutando che ci sono pressioni anche dalle altre parti. Ha aggiunto che vuole veramente che l'opinione pubblica sia informata sinceramente delle trattative, ma che costantemente vengono fatte questioni relative alla formazione del governo all'indirizzo sbagliato perche' il Partito Socialista non e' quello che forma il governo. Dačić ha detto di "sapere esattamente" quali sono i prossimi passi da Bruxelles: "Dall'Ue diranno che dalla Serbia non si chiede di riconoscere il Kosovo ma che si chiede di aprire un ufficio della Serbia a Priština oppure che non si chiede alla Serbia di accettare l'indipendenza del Kosovo ma al Kosovo verra' attribuito un prefisso telefonico singolare" ha spiegato Dačić aggiungendo che queste sono le questioni sulle quali il futuro governo dovra' saper reagire e ha ammesso di essere nazionalista serbo "piaccia questo a qualcuno o no" e che su di lui nessuno puo' far pressione ne' da Londra, ne' da Washington ne' da Mosca. "Non mi interessano! Che formini il governo, che vadano al potere, io andro' all'opposizione e non mi importa. Colui che formera' il governo deve trovare la maggioranza parlamentare e poi si faccia vivo con me. Arrivederci" ha salutato Dačić i giornalisti rifiutandosi a rispondere alle altre domande.
Quindi, nemmeno dopo un mese e mezzo dalle elezioni parlamentari non si profila ancora un accordo tra i partiti parlamentari sul nuovo governo e ancor meno si sa chi sara' quello che lo formera'. Gli esperti economici avvertono pero' che sia indispensabile formare l'esecutivo al piu' presto e trovare la soluzione dei problemi sociali ed economici ardenti. Secondo le informazioni mediatiche quotidiane, risulta comunque che il nuovo governo potrebbe essere formato da "tutti con tutti". Va ricordato che il nuovo parlamento della Serbia e' stato costituito lo scorso 31 maggio con 250 deputati e il precedente governo svolge la funzione di governo tecnico, vale a dire ha una capacita' limitata fino alla formazione del nuovo esecutivo. La Costituzione serba prevede che il governo deve essere formato entro 90 giorni dopo la costituzione del parlamento. Se cio' fallisce, il parlamento viene sciolto e devono essere indotte nuove elezioni entro 60 giorni dal momento della loro indizione.
Secondo il quotidiano di Belgrado 'Blic', il Partito Socialista della Serbia di Ivica Dačić e le Regioni Unite della Serbia di Mlađan Dinkić avrebbero raggiunto un accordo di partecipare congiuntamente ai prossimi negoziati sulla formazione del governo e che oltre a Ivica Dačić, alle prossime riunioni con i lider del Partito Democratico di Boris Tadić ci sara' anche Dinkić. Questo, secondo il giornale serbo, sara' una pressione aggiuntiva verso Tadić. I socialisti di Dačić, non vogliono che il governo dipenda soltanto dal Partito Libaraldemocratico di Čedomir Jovanović per le posizioni ben note di questo partito sul Kosovo e sulla Republika Srpska. Facendo riferimento a fonti del Partito Democratico, il quotidiano serbo 'Danas' scrive che il Partito Democratico ha ancora 5 giorni per raggiungere l'accordo con i socialisti e con le Regioni Unite della Serbia, cioe' un accordo tra Tadić, Dačić e Dinkić sulle soluzioni programmatiche e nomine nel nuovo governo. Se questo accordo fallisce, Dačić e Dinkić si volteranno ufficialmente al Partito del Progresso poiche', secondo questo giornale, in negoziali informali avrebbero gia' accettato tutte le loro condizioni.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda giovedì 21 giugno.
Nessun commento:
Posta un commento