Di Marina Szikora[*]
L'evento centrale in Croazia settimana scorsa e' stata la visita di Papa Benedetto XVI a Zagabria. E' noto che l'attuale Papa non viaggia cosi' spesso come il suo predecessore e la visita a Zagabria e' stato il suo 19-esimo viaggio all'estero, il primo di quest'anno. Questa visita, va sottolineato, si e' compiuta in un momento particolare per la Croazia: ha coinciso con la celebrazione della Giornata nazionale della famiglia cattolica croata ma e' avvenuta anche nel momento assai importante per quanto riguarda il futuro europeo della Croazia. Questi quindi i due temi centrali dei due giorni molto intensi del soggiorno del Pontefice nella capitale croata. Sicuramente sono stati sorprendentemente emozionanti sia per l'ospite che per molti croati che inizialmente affermarono di non essere particolarmente entusiasti di questo papa e della sua visita in una situazione di pesante crisi economica della Croazia.
Bagno di folla per Benedetto XVI a Zagabria (Foto Alessandro Bianchi / Reuters) |
Il presidente croato Ivo Josipović accogliendo il Pontefice al suo arrivo all'aeroporto di Zagabria, in un ottimo intervento non ha mancato a rilevare di essere personalmente un non credente ma di promuovere con la propria politica l'umanesimo laico che con il cristianesimo ha molti punti in comune. Il Papa, da parte sua, ha sottolineato invece l'importanza della fede, della presenza di Dio nel mondo ma anche l'impegno per un vero umanesimo rilevando che esso fiorisce soltanto se basato sulla fede in Dio. Il presidente Josipović ha ricordato il ruolo storico della Santa Sede quando si e' trattato del riconoscimento internazionale della Croazia. Come scrivono i media croati, una parte del suo elettorato molto probabilmente ha sentito i brividi quando il Presidente croato ha ammesso che la Chiesa ha protetto l'esistenza nazionale croata e il patriottismo a differenza del comunismo unilaterale. Tuttavia, la maggiore eco l'avra' l'idea del presidente Josipović che non negando le radici cristiane croate, ha dato primato alla generosita' del perdono verso i vicini.
Come scrive nel suo commento il giornalista croato Inoslav Bešker, non e' stato questo tanto un dialogo con Benedetto XVI, bensi' un dialogo con il defunto e beato Giovanni Paolo II relativo a quello che nel corso delle sue tre visite in Croazia, Giovanni Paolo II aveva raccomandato invano al popolo croato. E' interessante il paradosso che alcune idee di Giovanni Paolo II hanno avuto piu' effetto sui politici i quali come Josipović non si riconoscono come fedeli che su molti di quelli che si dicono essere fedeli alla religione cattolica. Questo paradosso, afferma Inoslav Bešker, Josipović ha punteggiato efficacemente dicendo: "Anche se non sono credente, nel profondo delle mie convinzioni condivido con i credenti gli stessi valori. Per questa ragione nelle basi della mia politica interna ho inserito la giustizia e il giusto e nelle basi della mia politica estera il perdono e la riconcilizaione tra i popoli".
Il primo giorno della sua visita in Croazia, Benedetto XVI ha inviato "un forte avvertimento all'Occidente e all'Europa sull'importanza del rispetto della liberta' di coscienza, senza la quale le societa' sprofondano nella dittatura" ha scitto nella sua edizione di domenica scorsa il giornale spagnolo ABC sottolineando il messaggio del Papa che "la qualita' della vita sociale e civile, la qualita' della democrazia, in buona parte dipendono da questo fattore "critico", vale a dire dalla coscienza". L'intervento del Pontefice rivolto a 700 professori, intelettuali, diplomatici e politici nel Teatro nazionale croato di Zagabria, scive il giornale spagnolo, e' stato indirizzato all'intera Europa, in particolare ai paesi che ostacolano la presenza della fede nella vita pubblica oppure non riconoscono gli aspetti della liberta' di coscienza come il diritto ad opporsi alle prassi che ritengono amorali. "Le Monde" ha sottolineato che "nel suo primo viaggio all'estero di quest'anno, Benedetto XVI ha voluto rilevare i messaggi chiave del suo Pontificato: la difesa delle radici cristiane nell'Europa occidentale prevalentemente secolarizzata e la sua preoccupazione a causa "della crisi dell'Occidente". Celebrando insieme al popolo croato la giornata nazionale della famiglia cattolica, il Pontefice ha incentrato la sua omelia sul valore della famiglia, ribadendo il "no" della Chiesa alla convivenza invitando a non cedere "a quella mentalita' secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio".
Il tema gia' in partenza per i due giorni del suo soggiorno a Zagabria, e' stato però quello dell'avvicinamento della Croazia all'Ue e l'appartenenza alla famiglia europea: "l'ingresso della Croazia in Europa e' logico, giusto e necessario" ha detto Ratzinger rispondendo alla domanda sulla prossima adesione della Croazia all'Ue. Quello croato, ha detto, e' "un popolo profondamente europeo" ed ha espresso opinione che il sentimento prevalente sia quello di gioia per la possibilita' di stare dove culturalmente e storicamente ha le sue radici. "Incoraggio i croati perche' l'ingresso in Europa e' un processo reciproco" ha detto il Papa incorraggiando cosi' tutti quelli che si affermano essere euroscettici. A causa di brutte condizioni temporali nel momento della conclusione della visita del Papa a Zagabria, il protocollo e' dovuto essere ridimensionato e cosi' sono mancati gli interventi di congedo del Papa e del presidente Josipović i quali pero' sono stati pubblicati in forma scritta. Il presidente croato nel suo saluto e ringraziamento al Pontefice ha sottolineato che la sua visita in Croazia ha incorraggiato i cittadini croati di guardare con fiducia nel futuro europeo ma anche le autorita' croate di salvaguardare in questo processo gli interessi del loro popolo. "I valori che costituiscono l'identita' culturale, nazionale e religiosa saranno un contributo prezioso della Croazia alla comunita' dei popoli europei. La loro parte importante sono anche i valori cristiani spirituali, morali e culturali. Per tal motivo uno dei compiti piu' importanti e' salvaguardarli e promuoverli nella comunita' multiculturale e multreligiosa europea" si legge nel saluto del presidente Josipović.
Chiamato ad esprimere le sue impressioni dopo la visita di Benedetto XVI a Zagabria, il presidente croato ha ripetuto la sua valutazione che questa visita e' stata particolarmente importante soprattutto dal punto di vista statale, poiche' ha appoggiato politicamente l'ingresso della Croazia nell'Ue e sul campo nazionale ha alzato la coscienza dei cittadini di esprimere il loro 'si' al prossimo referendum sull'adesione. Josipović ha aggiunto che dall'altra parte, dal punto di vista pastorale, questa visita ha avuto un grande significato per i cittadini croati che sono cattolici. Una visita senza dubbio molto importante e assai riuscita, ha concluso il capo dello stato croato.
[*]Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda giovedì 9 giugno 2011 a Radio Radicale
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