Di Marina Szikora - Corrispondente di
Radio Radicale [*]
Oltre alla crisi economica globale, una
delle priorita' dell'appena iniziata presidenza cipriota all'Ue sarà
l'integrazione dei Balcani occidentali. Da Nicosia il messaggio
mandato alle autorita' di Belgrado e' pero' quello di affrontare gli
errori come unica via di avanzamento, scrive il portale della
Deutsche Welle. Cosi' Cipro si aggiunge alle presidenze precedenti -
quelle di Svezia, Spagna, Belgio, Ungheria e Polonia - che avevano
incluso tra le loro priorita' del mandato a rotazione anche il
proseguimento dell'allargamento dell'Ue. Ma anche la Danimarca, che
ha appena trasmesso la presidenza dell'Ue a Cipro, tra i suoi sei
risultati piu' importanti indica proprio il proseguimento del
processo di integrazione, lo status di candidato concesso alla Serbia
e l'avvio dei negoziati di adesione del Montenegro. "Non
dobbiamo dimenticare che scegliendo la via democratica, le riforme e
la pace, i Balcani Occidentali hanno scelto il modello europeo. Si
tratta di una questione storica. Questa parte del mondo nel futuro
puo' lasciare definitivamente alle spalle il passato problematico,
pieno di guerre e violenze nonche' relazioni di vicinato che mai
saranno parte dell'Ue", ha detto il ministro delle questioni
europee danese Nicolai Vamen. Per la prima volta alla guida dell'Ue,
la presidenza cipriota promette quindi, anche se di un Paese piccolo
e tra i piu' giovani membri dell'Ue, di impegnarsi affinche' questa
presidenza si presenti in modo giusto, modesto ma anche ambizioso.
Entro la fine della presidenza cipriota
ci si aspetta che la Bosnia Erzegovina soddisfi le condizioni della
“road map” accordata durante il dialogo ad alto livello e che a
dicembre si presenti nelle condizioni di poter presentare la
richiesta di ottenere lo status di candidato all'adesione. Il
Montenegro entro dicembre dovrebbe passare un vasto e profondo
controllo focalizzato sullo stato di diritto ed entro la fine
dell'anno un rapporto in merito dovrebbe essere presentato al
Consiglio europeo. Quanto all'integrazione del Kosovo, Nicosia (che
non ha riconosciuto l'indipendenza di Priština) afferma che si
occupera' di questa questione all'interno dell'attuale cornice di
lavoro europea, senza essere influenzata dall'agenda nazionale e con
una generale accettazione dell'approccio neutrale dell'Ue. Le recenti
dichiarazioni del presidente serbo Nikolić, che negano il genocidio
di Srebrenica, vengono giudicate come un passo indietro, ma si spera
che questo sia l'unico ostacolo nel cammino della Serbia. Consapevoli
dei propri problemi con la Turchia, i ciprioti ritengono che
affrontare gli errori sia il modo migliore per andare avanti e non la
loro negazione o perfino la convinzione che gli errori non sono stati
nemmeno commessi.
[*] Il testo è tratto dalla puntata diPassaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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