Il rivale ormai da sempre di Boris Tadić questa volta ce l'ha fatta: Tomislav Nikolić e' il nuovo Presidente della Serbia. Forse a sorpresa di molti ma secondo la mia opinione, si sentiva nell'aria da tempo e mi ricordo il mio ultimo viaggio a Belgrado, lo scorso dicembre: rispecchia l'umore dei cittadini stanchi dalla crollante situazione economica, ne accusavano il Partito Democratico e Tadić come i massimi responsabili e promettevano il voto a Nikolić. Un voto 'contro' per punizione.
"Un presidente dei cittadini, non di un partito politico"
Da subito, Tomislav Nikolić ha riconfermato che dal momento della vittoria non sara' piu' il presidente del Partito Progressista Serbo che lo scorso 6 maggio alle elezioni parlamentari ha ottenuto il maggior numero di voti. Nel suo primo rivolgersi dopo la proclamazione della vittoria, Nikolić ha detto che "esiste la giustizia di Dio": "Stasera, grazie ai cittadini della Serbia ho vinto alle elezioni presidenziali. Voglio ringraziare i cittadini che hanno votato per me e per il mio sfidante. Oggi le elezioni sono state magnifiche, serbe, cosi' come si deve. La Serbia non abbandonera' la via europea, ma non dimentichera' nemmeno il suo popolo in Kosovo" ha assicurato il nuovo presidente Tomislav Nikolić. Ha aggiunto che queste elezioni non sono state un referendum pro o contro l'Ue bensi' elezioni che hanno risolto i problemi interni creati da Tadić e il Partito Democratico. "Dobbiamo iniziare a lavorare, a liberarci dal criminale, liberarci dagli oligarchi di partito, cerchiamo amici in tutti il mondo. Dobbiamo liberarci dalla peste bianca" ha rilevato Nikolić aggiungendo che questo e' il massimo della sua cariera politca e la piu' felice giornata della sua vita, se esclusi i momenti di felicita' familiare. Il vincitore ha detto di voler convincere tutti che la Serbia puo' essere uno stato moderno e normale. Ha detto di non essere arrabbiato con nessuno e che collaborera' con tutti. L'annuncio anche che la vicepresidente del suo partito, Jorgovanka Tabaković sara' molto probabilmente il futuro premier della Serbia.
L'attenzione è ora sul futuro della Serbia
Nulla puo' nascondere l'immagine nazionalista di Nikolić, non e' da dimenticare che il lider progressista serbo porta il titolo di 'duca cetnico' e difficilmente si dimenticano i suoi accesi interventi a pari passo con l'ultra nazionalista radicale ed imputato dell'Aja Vojislav Šešelj, di cui Nikolić e' stato il vice e con il quale aveva incamminato la parte estremista della Serbia che aveva sofferto l'assassinio del piu' grande riformista ed europeista serbo, l'ex premier Zoran Đinđić. Quaranta minuti dopo il suo primo intervento, Nikolić e' nuovamente uscito davanti ai giornalisti informando di aver parlato telefonicamente con Boris Tadić il quale gli ha fatto gli auguri per la vittoria. Ha aggiunto di aver sentito anche Ivica Dačić e che il loro colloquio e' stato un colloquio di cordialita'.
"Ci devono essere avversari politici, ma mai piu' nemici" ha detto Nikolić promettendo che non calpestera' mai la Costituzione della Serbia e ha annunciato che la sua prima visita all'estero in veste di Presidente della Serbia sara' quella a Mosca. "Ho accettato l'invito della Russia Unita ad intervenrie il prossimo 25 maggio a Mosca... E' stato prima delle elezioni... ci andrei volentieri, la nostra collaborazione puo' aiutare molto la Serbia" ha spiegato il neo presidente serbo la sua intenzione di recarsi in Russia scoprendo cosi' che non dimentichera' l'alleato russo ma ha indicato anche che chiedera' un incontro con la cancelliera Merkel, poiche' la Germania, ha rilevato Nikolić, e' il principale alleato della Serbia nell'Ue.
Le future relazioni con gli altri paesi della regione
Il predecessore di Nikolic, Boris Tadić, ha contribuito notevolmente, insieme al presidente croato Ivo Josipović alla riconciliazione e ai buoni rapporti tra Serbia e Croazia, ma anche in tutta la regione. Nelle sue prime risposte ai giornalisti dopo la proclamazione della vittoria, Nikolić ha detto che avra' buoni rapporti con tutti i paesi della regione, in Bosnia con Milorad Dodik, in Montenegro perche', come ha detto, le relazioni tra Montenegro e Serbia sono peggiori rispetto a quelle con la Croazia il che non e' naturale. "Avro' molto lavoro da fare prima di arrivare a Zagabria, ma ci andro'" ha detto Nikolić ai giornalisti croati aggiungendo che non recitera' di essere fratello con i croati ma Serbia e Croazia devono essere in pace permanente. Che la Croazia dimostri ad aver meritato lo status di candidato dell'Ue, che tutti i cittadini sono uguali e avra' in me un collaboratore, ha precisato Nikolić. Il neoeletto presidente ha affermato inoltre di non avere "inclinazioni genetiche per odiare la Croazia e che mai ne' lui ne' la sua famiglia hanno vissuto qualcosa di male da parte della Croazia". Ha avvertito pero' che la Croazia deve risolvere la questione dei profughi serbi, del loro patrimonio e della loro sicurezza.
Tra le prime congratulazioni dall'estero, non a caso, sono state quelle del capo dello stato croato Ivo Josipović. Nel suo augurio al nuovo presidente serbo, Josipović ha espresso speranza nella continuazione della collaborazione intensa tra i due paesi a favore della stabilita', sicurezza e pace nella regione e nell'intero continente europeo. Nel comunicato rilasciato dal suo Ufficio si rileva che la Croazia resta impegnata a sollecitare le relazioni di buon vicinato con la Serbia, incluso anche il pieno sostegno alle integrazioni euroatlantiche della Serbia. Il presidente croato, prosegue il comunicato, ha parlato telefonicamente anche con l'ex presidente serbo Boris Tadić e gli ha ringraziato per tutto quello che ha fatto a fin del miglioramento delle relazioni tra Croazia e Serbia nonche' per il suo contributo a stabilire collaborazione e pace duratura nella regione.
"Credo che avremo rapporti di qualita'. Questa e' l'unica opzione politica che visto formalmente e stratificamente in Europa per noi e' un po' lontana, ma si tratta di vicini" ha detto il premier croato Zoran Milanović a Chicago dove partecipa al vertice della Nato. Il premier croato ha aggiunto che anche in Ungheria vi e' la destra al potere ma che la Croazia con l'Ungheria ha buoni rapporti. Ha rilevato che secondo le regole costituzionali-giuridiche, in Serbia la massima responsabilita' per condurre la politica interna ed estera appartiene al governo e quindi bisogna aspettare "l'epilogo".
Ora la formazione del nuovo governo: bis democratici-socialisti o nuove alleanze?
Non necessariamente il rappresentante del partito che ha ottenuto la maggioranza relativa deve ottenere l'incarico di formare il nuovo governo, ma chi sarà in grado di trovare una maggioranza in parlamento. Di certo ci vorra' del tempo e staremo a vedere quanto tutte le analisi e previsioni di queste ore incideranno sul futuro della Serbia.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.
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