Di Marina Szikora [*]
Il maggior numero di commenti stranieri, tra cui anche l'agenzia di stampa Reuters, valutano che il Partito Democratico avra' la possibilita' di formare un governo di coalizione riformando la coalizione con diversi piccoli partiti inclusi anche i socialisti dell'ex leader Slobodan Milošević. L'esito delle elezioni pero', secondo le valutazioni degli analisti serbi, non mettera' in questione l'avvicinamento della Serbia alle integrazioni europee poiche' tra i partiti, come anche per quanto riguarda il corpo elettorale, vi esiste un vasto consenso sul cammino della Serbia verso l'Ue.
"Belgrado ha voltato le spalle a Boris Tadić" scrive il quotidiano di Zagabria "Večernji list" e informa che nel Parlamento della Serbia il piu' forte partito e' quello dei progressisti di Toma Nikolić con 73 seggi mentre i secondi arrivati sono i democratici di Tadić con 68 seggi. Il piu' grande slancio ha compiuto Ivica Dačić, capo del Partito Socialista, ex partito di Slobodan Milošević il quale ha ottenuto persino 45 seggi e che subito davanti alle camere ha chiesto l'incarico di premier, prosegue "Večernji list" e aggiunge che il partito di Dačić e' stato l'unico a fare grande festa dopo le elezioni mentre nella sede dei democratici di Tadić c'era solo silenzio. Le prime dichiarazioni di Dačić hanno evidentemente irritato Boris Tadić il quale ha annunciato che non permettera' ricatti e condizionamenti e che non sara' formato il governo prima del secondo giro delle elezioni presidenziali che si svolgera' il prossimo 20 maggio. Secondo il quotidiano croato e' solo questione se Tadić riuscira' a frenare Dačić il quale ritiene che la Serbia forse non ha un presidente, ma ha di gia' un premier, alludendo al suo ruolo di futuro presidente del governo.
L'attesa delle prime proiezioni in Serbia e' durata a lungo e solo dopo mezzanotte il presidente uscente Boris Tadić e' apparso davanti alle camere e ha chiesto agli elettori di eleggerlo nel secondo turno delle elezioni presidenziali. Sempre secondo il quotidiano croato "Večernji list" la liberta' di stampa in Serbia e' molto discutibile e molti quotidiani serbi scrivono difficilmente contro i governativi. I cittadini pero' sono insoddisfatti e pensano che nulla sara' cambiato. Questo e' vero se Tadić riuscira' a vincere al ballottaggio e se riuscira' a soddisfare gli appetiti dell'attuale ministro degli interni Ivica Dačić, conclude "Večernji list". I progressisti di Toma Nikolić sperano ad una vittoria nel secondo turno e sono molto soddisfatti con il successo elettorale che ha assicurato loro lo status del piu' forte partito in Serbia in questo momento. E' interessante osservare che nella sede dei progressisti la notte delle elezioni non e' stato permesso l'accesso ad alcuni quotidiani serbi quali Blic, Press e Kurir con la spiegazioni che si tratta di giornali dei loro avversari politici.
Boris Tadić si e' detto convinto della vittoria nel secondo turno presidenziale e ha valutato che l'esito del ballottaggio decidera' l'aspetto del futuro governo. Alla conferenza stampa, il candidato del Partito Democratico ha detto che per quanto riguarda la formazione del nuovo governo non acconsentira' nessun tipo di ricatto e si e' detto convinto di riuscire ad ottenere un maggiore sostegno dei cittadini. Ha aggiunto che con lui come presidente la Serbia si avvicinerebbe piu' rapidamente alle integrazioni europee, risolverebbe con maggiore successo i problemi economici, attirerebbe gli investimenti, collaborerebbe piu' efficacemente con i vicini nella regione. Tadić ha valutato che la sua politica e' "fondamentalmente, caratterialmente e dal punto di vista dei valori diversa" vale a dire che la sua e la politica del suo avversario sono due politiche differenti con le quali la Serbia non potra' essere uguale. Anche Nikolić e' convinto della propria vittoria. Ha valutato che Tadić nel secondo turno non potra' sicuramente contare con il sostegno di "tutti quelli con i quali precedentemente aveva contato" e ha invitato ad una campagna di fair play.
Dopo il voto presidenziale, in vista del secondo turno, al presidente uscente Boris Tadić, e' arrivato il sostegno da parte del leader liberaldemocratico Čedomir Jovanović, ma anche altri appoggi quali quello della presidenza delle Regioni Unite della Serbia guidate dall'ex ministro Mlađan Dinkić, poi da Vuk Drašković, dal partner di coalizione Dragan Marković-Palma. "Credo che nessuno sia cosi' irresponsabile a permettere che la Serbia entri nell'incertezza, e nessuno sa che aspetto avrebbe la Serbia se verra' guidata da Tomislav Nikolić" ha detto Tadić lanciando la sfida al suo avversario politico Nikolić e invitandolo da subito ad una serie di duelli in televisione. Secondo le sue parole, nel duello televisivo si dovrebbe mostrare quello che entrambi avevano fatto e detto prima e quello che dicono oggi. "Che sia precisamente mostrato quello che avevo detto e fatto negli anni novanta, e quello che penso e faccio oggi stesso poiche' non vi e' mai stata una differenza tra quello che avevo detto e creduto" ha affermato Tadić aggiungendo che ci sono stati anche degli errori ma che questi errori aveva accettato e corretto. "Pero' vi e' una enorme differenza tra quello che aveva dichiarato il mio concorrente per non parlare delle differenze in quello che aveva fatto" ha commentato Tadić.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi e riascoltabile su www.radioradicale.it
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