Atene: un senzatetto dorme sotto la scritta ''Distruggiamo il presente" (Foto Thanassis Stavrakis/AP) |
La gente che chiede l'elemosina per le strade, mentre chi può ritira i propri risparmi dai conti correnti, sono l'immagine di una crisi di cui non si vede la via d'uscita.
Il debito pubblico stimato per quest'anno sarà pari al 160% del prodoto interno lordo. La disoccupazione è al 22%, ma tra i giovani arriva al 54%. Una eventuale uscita dalla moneta unica, secondo il Financial Times, costerebbe 500 miliardi di euro. Un'ipotesi che porterebbe al blocco dei fondi Ue e del piano di aiuti di Bce e Fmi e avrebbe conseguenze durissime per l'economia del Paese e contraccolpi violenti sul sitema globale.
L'affermazione di Syriza il 6 maggio è stato un effetto della bancarotta della vecchia politica. Gli osservatori per il 17 giugno prevedono però una vittoria dei partiti che hanno aderito al "memorandum" imposto dalla troika Ue/Bce/Fmi. Una vittoria dell'"usato insicuro" (Nea Demokratia e Pasok), nonostante il discredito in cui sono caduti i due partiti che hanno spartito il potere dalla caduta del regime dei collonnelli, o almeno una "non vittoria" di Syriza. La questione di chi vincerà le elezioni è cruciale, dato che per la legge greca, al primo partito spetta un premio di 50 seggi che potrebbero diventare essenziali per una maggioranza di governo.
Conclude Adriano Sofri: "Un comune cittadino greco oggi può pensare che la vittoria conservatrice darebbe alla troika mano libera. L'Europa potrebbe decidere di prestare o no, e quanto e fino a quando, e che ulteriore giro di vite imporre di volta in volta. La vittoria di Syriza porrebbe almeno il problema a un'Europa cambiata da Hollande, dalla Renania-Westfalia, magari anche dall'aspirazione (verbale) italiana a compensare l'austerità con la crescita ecc. Syriza è poco affidabile [..] Ma quale paese europeo oggi non è attraversato dall'ascesa di forze "inaffidabili"? Italia docet. L'"inaffidabilità" è largamente il risvolto delle decisioni tecnocratiche e burocratiche e sovranazionali, e l'usato sicuro, dove resiste, fa bene a farci i conti".
Il reportage di Adriano Sofri per Repubblica
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