William Burns in Kosovo, Serbia e Croazia sostiene la “via europea”. Mosca a Belgrado: non dimenticate i vecchi amici.
di Marina Szikora [*]
Nei giorni scorsi, si e' svolto un miny tour balcanico del vicesegretario di stato americano William Burns, con tappe a Priština, Belgrado e Zagabria. Nel corso del suo viaggio e degli incontri con i vertici dei singoli paesi, Burns ha detto che Belgrado e Priština devono avere un approcio piu' flessibile nei colloqui a proposito del modo in cui il Kosovo sara' rappresentato ai forum regionali, affinche' sia raggiunto un accordo accettabile per entrambi le parti. "Gli Stati Uniti ed i partner europei hanno detto che entrambe le parti stanno cercando di avere un approccio piu' flessibile e costruttivo perche' il Kosovo possa partecipare ai forum internazionali e regionali. Per tal motivo bisogna trovare una formula accettabile per entrambi le parti" ha detto il vicesegretario di stato americano per la RTV Kosovo. A fine della sua visita a Priština, Burns ha detto che i colloqui con Belgrado devono continuare rilevando che il popolo del Kosovo deve valutare da solo quale e' il loro interesse nazionale. Una questione sensibile e complicata, ha avvertito, ma la cosa piu' importante e' capire che Priština deve essere rappresentata nelle iniziative internazionali e che devono essere poste le basi per la collaborazione con l'Ue. In questo senso, Burns ha valutato che il Kosovo deve essere rappresentato a pari diritto con gli altri stati. Secondo la sua opinione, in Kosovo e' stato raggiunto grande progresso per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e delle liberta'. Burns ha ribadito che gli Stati Uniti restano schierati a favore dell'indipendenza del Kosovo e della sua integrita'. Nell'ambito della sua visita in Kosovo, il vicesegretario di stato americano ha visitato anche il monastero Gračanica, il luogo di culto della fede ortodossa serba in Kosovo.
Gli Stati Uniti appoggiano fortemente la candidatura della Serbia per l'adesione all'Unione Europea e questo obiettivo si trova a portata di mano, ha detto Burns a Belgrado sottolineando pero' l'importanza del proseguimento del dialogo tra Belgrado e Priština. Il vicesegretario di stato americano ha affermato che l'obiettivo serbo di ottenere la candidatura e' raggiungibile nelle prossime settimane e anche se gli Stati Uniti non hanno una voce nell'Ue, ha promesso che Washington fara' il tutto possibile per incoraggiare questa decisione. Venerdi' scorso Burns ha incontrato a Belgrado il presidente serbo Boris Tadić, il premier Mirko Cvetković e il ministro della difesa Dragan Šutanovac. Il tema principale e' stato lo status di candidato all'adesione della Serbia. In una intervista alla tv serba RTS, alla domanda se gli Stati Uniti appoggeranno l'azione di Priština di stabilire con forza la base al nord del Kosovo, Burns ha risposto che l'utilizzo della forza da nessuna parte non sarebbe utile ma al contrario controproducente. Ha aggiunto che bisogna dedicarsi al dialogo e ha ribadito che e' stato raggiunto un progresso significativo, che lo status di candidato della Serbia e' a portata di mano. Si e' detto consapevole che per questo ci vogliono decisioni e passi difficili ma che la via europea e' possibile. Il rappresentante americano ha sottolineato che e' nell'interesse della stessa Unione il proseguimento del dialogo tra Belgrado e Priština.
Dall'altra parte, a Čačak, l'ambasciatore russo Aleksandar Konuzin ha detto che la Russia non e' contraria al fatto che la Serbia ha nuovi amici, ma che non sarebbe buono che si dimentichi di quelli vecchi e che deve valutare bene quale sara' il prezzo della via verso l'Ue. L'occasione a Čačak e' stata la consegna del premio della citta' di Čačak all'ambasciatore russo. Konuzin ha ricordato che la terra di Čačak e Šumadia e' stata bagnata dal sangue del suo popolo il quale difese i serbi da quelli che sono venuti ad uccicerli e saccheggiarli. Stanno sbocciando nuovi germogli di fascismo e di tutto querllo contro il quale si e' combattutto nella piu' atroce guerra della storia, ha detto Konuzin aprendo la via di Čačak che portera' il nome dell'Armata rossa. L'ambasciatore russo ha sottolineato che la Russia e' tra i primi partner commerciali-economici della Serbia e che questa collaborazione e' sempre piu' forte. Inoltre, secondo Konuzin, il legame e' anche di cultura, tradizione e di fede ortodossa. La decisione di conferire il premio all'ambascitore russo e' stata presa da parte dei consiglieri dell'Assemblea di Čačak a causa del suo contributo straordinario nella collaborazione tra le ditte di Čačak e quelle russe nel settore edilizio ed agricolo.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata odierna di Passaggio a Sud Est.
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