La prossima primavera, i cittadini serbi saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento. Si dice che i nazionalisti siano favoriti e che il fronte europeista che ha nel presidente Boris Tadic il suo leader, uscirebbe sconfitto dal voto a causa dell'attuale crisi del Kosovo e del no del Consiglio europeo alla concessione dello status di Paese candidato all'adesione all'Ue. Eppure se si votasse oggi il 43% degli elettori non saprebbe a chi dare la propria preferenza. Lo dice un sondaggio pubblicato dal quotidiano Politika e condotto dall'agenzia Faktor Plus, tra il 10 ed il 18 dicembre. L'alta percentuale di incerti è definita "inusuale" dal direttore di Faktor Plus, Vladimir Pejic: “La gente non si fida dei partiti, c'è sempre un numero di persone indecise a ridosso della chiamata a elezioni, ma un tale livello non si registrava da tempo”.
Il campione (1200 persone in età di voto, rappresentative degli elettori) è stato interpellato anche in merito alla recente bocciatura da parte dell'Ue, della richiesta di candidatura all'adesione presentata da Belgrado, a causa della crisi aperta in Kosovo: il nuovo esame di Bruxelles è atteso tra febbraio e marzo prossimi: solo il 12% si dice ottimista in merito, mentre per il 40% la Serbia non otterrà la candidatura “in nessuna circostanza”. Il direttore di Faktor plus evidenzia sul tema un approccio di rassegnazione, quasi fatalista: “Gran parte considera in maniera realistica che la candidatura sia legata al rispetto di alcune condizioni, ma un'alta percentuale crede che (il paese) non riceverà lo status di candidato in nessun caso, riducendo la questione ad 'avremo la candidatura o non l'avremo'".
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