giovedì 31 marzo 2016

ASSOLTO VOJSLAV SESELJ

Benkovac, 1991: Seselj (sin.) all'inzio della guerra in Croazia
Ad una settimana esatta dalla condanna a 40 anni di Radovan Karadzic, il Tribunale internazionale per l'exJugoslavia (Icty) ha assolto il leader ultranazionalista serbo Vosjislav Seselj dai nove capi di imputazione per crimini di guerra e contro l'umanità commessi contro croati e musulmani durante i conflitti del 1991-95. Secondo i giudici dell'Aia la procura, che aveva chiesto una condanna a 28 anni per l'imputato, non è riuscita a provare l'esistenza di un'impresa criminale congiunta". Seselj, dunque, è un uomo libero, come ha detto il presidente della giuria Jean-Claude Antonetti.

Seseslj, che nel 2003 si era volontariamente costituito ed era poi stato scarcerato per motivi di salute nel 2014, non ha voluto essere presente alla lettura della sentenza come aveva fatto sapere da Belgrado e ha elogiato i giudici del tribunale - definiti "degni di onore e giusti" - dopo tutti i processi “che hanno accusato serbi innocenti che hanno ricevuto sentenze draconiane”. Per Seselj i giudici "hanno dimostrato che la loro professionalità e il loro onore è al di sopra di qualsiasi pressione politica" e hanno emesso "l'unico verdetto possibile".

Opposto il giudizio della procura che in un comunicato dichiara di prendere atto della decisione in attesa di esaminare le motivazioni dei giudici e giudica comprensibile “che molte vittime e le comunità resteranno deluse dalla sentenza". Il procuratore capo, Serge Brammertz, da parte sua ha già annunciato di voler fare appello e ha parlato di una sentenza "a sorpresa" sottolineando di condividere la frustrazione di molte delle vittime. "Non posso essere soddisfatto dell'esito", ha dichiarato parlando ai giornalisti. "Le motivazioni non sono assolutamente in linea con la realtà fattuale", ha aggiunto Brammertz.

Seselj doveva risponder di nove capi di imputazione per crimini commessi nell'ambito del suo
progetto di unificazione di "tutte le terre serbe". Secondo l'accusa Seselj era dietro agli assassini di molti croati, musulmani e civili non di etnia serba, come della deportazione forzata di "decine di migliaia" di persone da vaste aree della Bosnia Erzegovina, della Croazia e della Serbia. Inoltre, secondo l'accusa, avrebbe comandato unità paramilitari chiamate "Gli uomini di Seselj". Per la corte, tuttavia, il caso è stato presentato in maniera confusa e ambigua e l'accusa non è riuscita a chiarire il contesto generale in cui si sono svolti gli eventi. La procura ha dato "al massimo un'interpretazione che nasconde il modo in cui si sono svolti i fatti e nel caso peggiore li distorce in relazione alle prove presentate alla camera", ha dichiarato il presidente della corte Antonetti.


La notizia dell'assoluzione del leader dell'ultranazionalista Partito radicale serbo ha fatto subito il giro delle capitali dei Paesi che furono coinvolti nelle guerre degli anni '90 che segnarono la dissoluzione della Jugoslavia. La Croazia l'ha già definita "vergognosa". Il primo ministro Tihomir Oreskovic, in visita a Vukovar, la città che all'inizio della guerra, nell'autunno del 1991, fu assediata e rasa al suolo dalle forze serbe e fu teatro di un efferato eccidio di civili croati, ha parlato di una “sconfitta della corte dell'Aia e dei procuratori” descrivendo Seselj come “un uomo che ha fatto cose malvagie e non ha mostrato rimorso né allora né oggi".


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