lunedì 1 dicembre 2014

IL "CASO SESELJ" ARRIVA ANCHE AL PARLAMENTO EUROPEO E PROVOCA CRITICHE E POLEMICHE

Su iniziativa croata il PE ha votato una risoluzione che condanna l'atteggiamento del leader ultranazionalista e critica il Tpi e la Serbia. La reazione di Belgrado: “O si tratta di una ipocrisia di enormi dimensioni oppure vogliono danneggiare la Serbia per altri motivi”. Dissensi anche tra gli eurodeputati.

Seselj a Belgrado dopo il rilascio "temporaneo" deciso dal
Tribunale internazionale per "motivi di salute"
Di Marina Szikora
Non e' la prima volta che una decisione del Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia viene criticata, che desta delusione e che fa perdere la fiducia ma anche l'autorita' di questa istituzione internazionale in difesa della sua giustizia. Ma questa volta si tratta di una agitazione molto elevata. Il caso Seselj non cessa di esserne al suo centro e da quando il tribunale ha deciso di lasciarlo a piede libero, con da subito la ripresa della sua accanita retorica dell'odio che invoca la grande Serbia, durissime sono le reazioni da parte della Croazia. Il primo passo e' stata, come abbiamo gia' informato, una lettera del capo dello stato croato, Ivo Josipovic al presidente del Tpi, Theodor Meron. E proprio in questi giorni il presidente del Tribunale si trova in visita in Bosnia Erzegovina e afferma che “la negazione del genocidio di Srebrenica e' molto preoccupante”. Meron ha detto di essere stato molto colpito quando, l'anno scorso, aveva visitato la fossa comune di Tomasica, vicino a Prijedor, che si crede di essere la piu' grande fossa comune nei Balcani. Adesso si tratta di un nuovo viaggio di Meron in Bosnia durante il quale ha visitato Celebici, Uzdol e infine Sarajevo per incontrare le vittime dei conflitti degli anni Novanta nelle zone in cui sono stati commessi crimini contro tutti e tre popoli bosniaci, vale a dire bosgnacchi, croati e serbi.

A proposito del caso Seselj, il presidente del Tribunale internazionale non ha voluto commentare troppo questa decisione. “Come presidente del Tribunale non ho nessun ruolo nel processo di decisione del consiglio. Questo e' il principio fondamentale dell'indipendenza della giustizia e ne resto dedicato. Inoltre, la procura non ha fatto nessun appello alla decisione del rilascio temporaneo di Vojislav Seselj e con questo la questione non e' giunta davanti al consiglio di appello al quale presiedo” ha detto Meron aggiungendo che ogni processo non puo' comunque essere concluso con la pena. “Essere imputato non significa automaticamente colpevole. I giudici prendono decisioni in base alle prove presentate da parte del procuratore....Se tutti i processi terminassero con una sentenza di condanna, il mondo sarebbe lontano dal senso di giustizia”, ritiene il presidente del Tpi.

Sul “caso Seselj” il fatto piu' importante di questa settimana e' l'approvazione di una risoluzione del Parlamento europeo. L'iniziativa a questa risoluzione e' stata promossa dall'europarlamentare croato, Andrej Plenkovic (HDZ) e appoggiata subito all'unanimita' da tutti gli eurodeputati croati. La risoluzione approvata giovedi' a Strasburgo ricorda alla Serbia i suoi obblighi relativi alla collaborazione con il Tribunale dell'Aja come anche gli obblighi di Belgrado in quanto paese candidato che si trova in mezzo ai negoziati di adesione all'Unione Europea. L'Europarlamento si dice preoccupato per la mancanza di una reazione politica adeguata e una risposta legittima delle autorita' serbe al comportamento di Seselj. La risoluzione invita il Tribunale internazionale e la procura di verificare se sono rispettati i criteri per il rilascio temporaneo viste le nuove circostanze. Nel documento si dice che la fiducia nei confronti del Tribunale si e' indebolita a causa “delle dichiarazioni inaccettabili ed offensive di Seselj”. Infine, i parlamentari europei invitano le autorita' serbe ad esaminare se Seselj abbia violato anche le leggi serbe.



Nel dibattito che ha preceduto il voto sulla risoluzione, sono intervenuti 19 parlamentari tra cui anche sei croati, quali ad esempio Tonino Picula e Andrej Plenkovic. Tutti hanno condannato fortemente la retorica di Seselj. Ci sono stati pero' dei deputati, come la francese Marie-Christine Vergiat del Fronte della Sinistra la quale ha detto che con una tale risoluzione si sta soltanto dando maggiore pubblicita' a Seselj e ha invitato il Parlamento Europeo a scegliere con piu' attenzione le risoluzioni di urgenza nel futuro. Ancora altri deputati come Eduard Kukan, il democristiano slovacco e capo della delegazione parlamentare per le relazioni con la Serbia nonche' il liberale sloveno, Ivo Vajgl, hanno condannato il comportamento di Seselj ma hanno anche rilevato di essere contrari alla risoluzione perche' a Seselj non bisogna dare pubblicita'. L'unico a schierarsi dalla parte di Seselj e' stato il deputato del partito neonazista greco, Alba dorata, Georgios Epitideios, il quale ha appellato Seselj come “dottor” Seselj e lo ha definito “prigioniero politico”. Infine, con un comunicato scritto dopo il dibattito, si e' pronunciata la deputata socialdemocratica slovena, Tanja Fajon esprimendo contrarieta' all'approvazione di una tale risoluzione.

La risoluzione, intitolata “Serbia: il caso dell'imputato criminale di guerra Seselj”, manda tre principali messaggi, scrive la Deutsche Welle tedesca, sezione per i Balcani. Il primo e' quello della condanna dell'incitamento da parte di Seselj all'odio e incoraggiamento alle pretensioni territoriali nonche' il tentativo di destabilizzazione della regione e il dirottamento della Serbia dal suo cammino europeo. Al tempo stesso, il Parlamento europeo invita il Tribunale dell'Aja, a causa delle condizioni nuove di intraprendere misure adeguate e riesaminare la decisione del rilascio di Seselj alla liberta' condizionata. Oltre a questo messaggio, Strasburgo invita Belgrado a condannare e contrastare le dichiarazioni di Seselj, prosegue la Deutsche Welle e precisa con le affermazioni di Andrej Plenkovic, il deputato croato che ha promosso l'iniziativa, che “Seselj ha introdotto nel dibattito politico e nell'opinione pubblica una retorica che non avevamo visto per quasi due decenni e che conduce la Serbia, ma anche i suoi vicini, in un periodo di cui eravamo certi che sia lontano da noi e che non si ripetera' mai piu'”. Ed e' per questo che il PE vuole reagire subito, fermamente e chiaramente, affinche' gia' dall'inizio si fermi qualsiasi ulteriore riflessione della sua retorica, precisa Plenkovic.

L'iniziativa del Parlamento europeo ha provocato questa volta la pronta reazione di Belgrado. Il premier serbo  Aleksandar Vucic ha affermato che il testo della risoluzione e' offensivo, inquietante e molto deludente per la Serbia ed i suoi cittadini. Alla conferenza stampa, Vucic ha detto che questa risoluzione non e' un atto particolarmente importante, ne' vincolante, ma che indica alcune cose importanti. La Serbia e' oggi condannata perche' non ha reagito politicamente e giuridicamente in modo adeguato all'arrivo del signor Seselj. Chi lo ha rilasciato dall'Aja, noi oppure voi? Si e' chiesto l'uomo forte di Belgrado. “Ci avete chiesto qualcosa in merito alla questione? No”, ha detto Vucic nel suo stile deciso e ha aggiunto che l'Aja non ha informato la Serbia nemmeno sulle condizioni per il rilascio di Seselj. Il premier serbo ha spiegato di aver convocato la conferenza stampa perche' le autorita' serbe non vogliono ne' nascondersi tanto meno fuggire da quello, come ha detto, “che non abbiamo capito o da quello che nemmeno quelli che hanno votato non hanno capito”. “O si tratta di una ipocrisia di dimensioni allucinanti oppure vogliono danneggiare la Serbia per altri motivi. Il terzo non c'e'”, ha detto Vucic aggiungendo che non “c'e' nessun uomo sul globo che possa collegare la leadership serba con Vojislav Seselj. Non voglio nemmeno parlare di lui e non voglio entrare nella matrice che ci vogliono imporre il governo croato e i parlamentari europei”.

Secondo tutti i parametri, ha rilevato il premier serbo, davanti alla Serbia ci sono prospettive piu' lucide rispetto ad altri paesi della regione i quali non possono accettare il fatto che la Serbia ha un posto migliore e meritato in Europa rispetto a quello di alcuni decenni fa. Alla domanda diretta dei giornalisti se la Serbia, in caso di una richiesta da parte del Tribunale dell'Aja, consegnerebbe Vojislav Seselj, Vucic ha risposto che lui non riceve ordini e nessuno gli parla con ordini. “Il presidente del governo della Serbia riceve ordini soltanto dal suo popolo” ha detto Vucic. Infine, per quanto riguarda le relazioni con la Croazia, il premier serbo ha detto: “che non siano i croati a darci lezioni sulla democrazia e diritti umani perche' offende la ragione sana e non ha nulla a che fare con la collaborazione. Noi ci impegneremo per la collaborazione e pace nella regione, ma non accetteremo mai che ci sia imposta la responsabilita' collettiva”.

Venerdi' anche la reazione del presidente della Serbia, Tomislav Nikolic. A proposito della risoluzione del PE su Seselj, Nikolic ha valutato che la Croazia ha strumentalizzato il PE per scopi elettorali e ha rilevato che la Serbia non ha avuto nessuna possibilita' per presentare la sua posizione. In un comunicato Nikolic ha aggiunto che i parlamentari europei sono invece rimasti muti di fronte alla distruzione delle segnalazioni in cirillico in Slavonia e di fronte all'esplicita retorica di odio contro i serbi alle cerimonie in occasione dell'azione criminale 'Tempesta' che durano oltre dieci anni. Il capo dello stato parla di uno spettacolo da circo e rileva che la Serbia e' dedicata alle acquisizioni della civilta' e per essa e' intollerabile ogni tipo di retorica bellica, sia che essa arrivi dalla Serbia o Croazia, Albania, ecc.

Dopo tutto questo e le reazioni no e si' da Belgrado, venerdi' la decisione del premier croato Zoran Milanovic di cancellare la sua partecipazione al prossimo vertice multilaterale che si terra' a meta' dicembre a Belgrado, anche se sara' ospitato dal premier cinese con la partecipazione, come previsto di 16 capi di governo dell'Europa Centrale e Sudorientale. Nelle attuali circostanze, ha detto Milanovic, “sarebbe ridicolo parteciparvi” e chiede il distanziamento da parte dei vertici serbi dalla retorica di odio e conquiste di Seselj osservando che questo molto probabilmente sarebbe stato fatto dai vertici precedenti, alludendo sicuramente all'ex presidente Boris Tadic con il quale e' iniziato il disgelo e un visibile miglioramento delle relazioni serbo-croate.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 30 novembre a Radio Radicale

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