giovedì 20 gennaio 2011

RIUNIFICAZIONE CIPRO: LA STRADA RESTA LUNGA E TORTUOSA

Il muro di Cipro (Foto da http://www.eastbordnet.net/)
La settimana prossima a Ginevra si terranno i colloqui tra il presidente della Repubblica di Cipro, Dimitris Christofias, e quello della Repubblica turca di Cipro-Nor, Derviş Eroğlu con la presenza del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Sei anni dopo il fallimento del piano proposto dall'allora segretario generale, Kofi Annan, le Nazioni Unite tentano di nuovo di allacciare il dialogo tra ciprioti turchi e greci alla ricerca di un accordo sulla riunificazione dell’isola. La strada appare però quanto mai lunga e impervia e a complicare ancora di più la situazione c'è la scarsa fiducia reciproca tra le due comunità. Il dato emerge da una indagine pubblicata il 14 dicembre da “Cyprus 2015 ” (un gruppo di ricerca promosso dalle Nazioni Unite a Cipro): l’84% dei ciprioti greci e il 70% di quelli turchi pensano che l’altra parte non sia disposta ad accettare i compromessi necessari per la pace e una percentuale molto simile di intervistati pensa che un eventuale accordo non verrà mai applicato perché l’altra parte non lo rispetterà.

La vittoria del nazionalista Eroğlu alle elezioni presidenziali tenutesi a Cipro Nord nell'aprile 2010 sembrava aver dato il colpo di grazia definitivo ad un negoziato che procedeva, anche se a rilento, grazie all'opera di mediazione del predecessore di Eroğlu, Mehmet Ali Talat, sostenitore di una soluzione federale per Cipro e che aveva portato avanti una paziente opera di mediazione grazie anche agli ottimi rapporti personali con il suo omologo greco-cipriota Christofias. Con l'elezione Eroğlu, nonostante le dichiarazioni di buona volontà, durante la sua presidenza il dialogo si è praticamente bloccato. Ban Ki-Moon ha deciso quindi di intervenire: il 18 novembre Christofias ed Eroğlu hanno incontrato il segretario generale che ha proposto una road map su cui ha raccolto l’accordo dei due presidenti. L’obiettivo di Ban è che le due parti trovino un compromesso sulla riunificazione entro il 26 gennaio, la data in cui si terrà a Ginevra il prossimo incontro a tre. E' però difficile che si trovi una soluzione entro mercoledì prossimo: molti sono ancora, infatti, i problemi irrisolti.

Diventa essenziale, in questo contesto, il ruolo della Turchia. L'unico vero sostegno internazionale di Cipro Nord ha tutto l’interesse che il processo di pace abbia successo e che si trovi un accordo per la riunificazione perché questo toglierebbe di mezzo il maggiore ostacolo al negoziato di adesione all’UE, complicata dal fatto che Ankara non permette a navi ed aerei di uno degli stati membi, la repubblica greco-cipriota, di utilizzare i suoi scali fino a quando non finirà l’analogo embargo aero-navale verso la Repubblica turca di Cipro Nord. A complicare la posizione di Ankara, però, c'è l’accordo firmato a inizio dicembre Cipro e Israele sulla definizione dei rispettivi confini marittimi necessario per rendere possibile l'avvio dellos fruttamento dei giacimenti di gas naturale a sud dell’isola: secondo Ankara l’intesa è illegittima perché i turco ciprioti non sono stati consultati. “Il governo greco-cipriota non può firmare unilateralmente accordi internazionali prima che si sia trovata una soluzione alla divisione dell’isola”, ha detto i ministro degli esteri turco Davutoğlu, dato che “anche i turco ciprioti hanno diritto di sfruttare le risorse naturali dell’isola”.

Nonostante il sostegno internazionale alla nuova iniziativa di Ban Ki-Moon l’opinione pubblica greca e quella turca sono convinte che durante il vertice a tre del 26 gennaio non si arriverà a nessun accordo definitivo. Il mese scorso, in un documento indirizzato al Consiglio di sicurezza, il segretario generale dell'Onu ha dichiarato che “una importante finestra di speranza si sta chiudendo rapidamente”. Difficile che a Ginevra si arrivi ad un accordo, ma l'esito dell'incontro ci farà comunque capire da che parte tira il vento.

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