sabato 3 luglio 2010

CONTRO TUTTI I TOTALITARISMI

Cinque mesi di carcere per aver definito "talebani" gli intellettuali che fomentarono l'odio che portò alle guerre jugoslave degli anni '90: è la sentenza emessa qualche settimana fa dalla corte suprema croata contro Predrag Matvejevic, condannato per un vero e proprio reato di opinione o, per dirla con lui stesso, per "reato di metafora". Una sentenza tanto più sconcertante perché emessa da un Paese che sta per diventare membro dell'Unione Europea e che colpisce una delle intelligenze europee più lucide, che da sempre ha denunciato e smascherato gli inganni e le falsità della retorica prima del titoismo, poi delle "democrature" (miscuglio di democrazie e dittature) nate dopo il crollo del muro di Berlino e infine del nazionalismo etnico che ha portato alla tragedia delle guerre jugoslave degli anni '90.

Predrag Matvejevic, scrive Claudio Magris nella prefazione a Breviario mediterraneo, "è in primo luogo un protagonista del dibattito intellettuale contemporaneo [...] è la voce di una critica ispirata al marxismo e alle istanze rivoluzionarie, ma scevra di ogni ortodossia e di ogni dogma ideologico [...] Matvejevic ha rimeditato a fondo e rinnovato con grande originalità la concezione sartriana dell'engagement e si è inserito con indiscussa autorità nel dibattito internazionale sull'impegno e la libertà della letteratura". Matvejevic, prosegue Magris, "con la sua cultura cosmopolita, la sua signorilità intellettuale - e la sua dialiettica di vicinanza-lontananza alla vita, alla storia e alle cose - difende la soggettività senza abdicare all'universalità, resiste al totalitarismo senza perdere di vista una prospettiva globale della realtà". E tuttavia, "combattendo contro lo stalinismo e contro tutti gli stalinismi ossia contro tutte le formule e le concezioni totalizzanti, Matvejevic ha anche esorcizzato e smascherato il pericolo opposto e complementare [...] e cioè il particolarismo esasperato e la dispersione molecolare [...] mettendo così in guardia contro ogni ossessiva, viscerale, atomistica esaltazione della propria identità e della propria immediatezza".

Ho intervistato Predrag Matvejevic nei giorni scorsi. A partire dalla sua vicenda personale, con la consueta disponibilità e semplicità, il grande scrittore e intellettuale mi ha parlato dello stato delle democrazie dell'est europeo, delle conseguenze lasciate dai conflitti etnici nei Balcani, della crisi dell'Unione Europea e della politica che quasi ovunque sembra ormai aver smarrito ogni legame con la cultura.

L'intervista è disponibile sul sito di Radio Radicale oppure oppure è ascoltabile direttamente qui

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