Vesna Pusić |
L'obiettivo dei futuri rapporti della Croazia con la Serbia e' quello di far sapere finalmente alla gente che cosa e' successo con i loro famigliari scomparsi nella guerra, che alla Croazia venisse restituito il patrimonio culturale e che siano risolte le reciproche accuse per crimini di guerra. Cosi' la neo ministro degli esteri croata Vesna Pusić ospite di una trasmissione della televisione di Osijek. "Se questo e' l'obiettivo che ci siamo posti, cerchiamo allora di raggiungerlo. Se non siamo in grado di risolverlo – e cio' dipende dalla parte croata e quella serba – allora niente, ci appresteremo alle accuse per genocidio, quale che sara' l'epilogo e come andra' a finire. Se siamo in grado di risolvere queste questioni concordando, all'ordine del giorno arriva anche il colloquio sulla possibilita' di ritirare le accuse per genocidio. Senza una precedente soluzione di questi problemi, la questione non puo' trovarsi all'ordine del giorno. Se saremo in grado di risolverla, abbiamo fatto un passo serio avanti. Il termine potrebbe essere un anno o due" ha detto la capo di diplomazia croata. In effetti, il tema delle reciproche accuse per genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia, dopo le elezioni in Croazia e il cambiamento del potere sono un tema di cui si tenta di ridiscutere.
Vesna Pusić valuta anche che la stabilita' della regione non e' possibile senza la stabilita' della BiH e che i croati in questo momento, per una serie di ragioni storiche in BiH, si trovano in una posizione maggiormente scomoda: il numero dei croati e' quello minore ma economicamente sono abbastanza forti, politicamente non hanno pero' la vera base di influenza. La ministro degli esteri croata sottolinea di essere l'ultima a ritenere che la rappresentanza etnica sia quella piu' moderna e la piu' accettabile, ma finche' esiste come tale, deve essere uguale per tutti. Non puo' essere differente per i croati rispetto alle altre entita'. La Croazia non imporra' soluzioni proprie ma e' pronta e capace a partecipare in una specie di colloqui regionali e trasmettere le proprie esperienze del processo europeo, conclude Pusić.
La ministro ha fatto riferimento anche ai problemi della zona euro. Secondo la sua opinione, alcuni dei stati membri vi sono entrati nella zona troppo presto, alcuni hanno acconciato o perfino falsificato i dati nel momento dell'accesso e adesso se ne stanno pagando i prezzi alti. Ma afferma che la crisi in cui sono entrati non e' relativa alla loro adesione all'Ue o alla zona euro ma e' causata dal loro comportamento relativamente irresponsabile. "Nei tempi di circostanze economicamente adeguate, di alti tassi di crescita, il boom dell'industria finanziaria ed i suoi derivati con i quali le banche avevano operato, bassi mutui ecc, non si e' riflettuto delle conseguenze e si e' arrivato a indebitamenti troppo grandi. Con l'inizio della crisi e' esploso il pallone del mercato di immobili e tali stati sono giunti in una situazione difficile. Con questo tipo di politica il loro destino sarebbe stato lo stesso anche se non fossero membri dell'Ue ma fouori dall'Ue sarebbero di gia' nella bancarotta" e' dell'opinione Vesna Pusić.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 12 gennaio
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