Il presidente serbo Boris Tadic (a sinistra), rende omaggio alle vittime del massacro di Ovcara. Accanto a lui il presidente croato Ivo Josipovic (Foto Reuters) |
di Marina Szikora [*]
Diciannove anni dalla tragedia di Vukovar e dal massacro di Ovčara, che dopo il genocidio di Srebrenica vengono considerate come le maggiori atrocita' delle guerre degli anni Novanta, Boris Tadić e' stato il primo presidente serbo a recarsi nella citta' martire croata e a rendere omaggio alle vittime pronunciando profonde parole di scusa e di rammarico per i crimini che sono stati commessi. Come annunciato, arrivato a Vukovar con il traghetto che collega le due sponde del Danubio, quella croata e quella serba, ad accoglierlo e' stato il presidente della Croazia Ivo Josipović. Ai due presidenti si e' riunita poi anche la premier croata Jadranka Kosor. Questo indubbiamente e' stato il maggiore evento in Europa sudorientale, una vicenda seguita con attenzione da tutti i media della regione ma anche dalle principali agenzie internazionali. Oltre 40 testate e 200 gironalisti e camerman hanno seguito la piu' iimportante vicenda politica degli ultimi anni. Dopo l'omaggio e i discorsi molto emozionanti alla fattoria di Ovčara dove furono uccisi oltre 200 soldati, civili e feriti dell'ospedale di Vukovar, i due presidenti hanno incontrato le associazioni delle vittime della Guerra per la patria di minoranza serba. Successivamente, Tadić e Josipović hanno depositato corone anche a Paulin Dvor, nei pressi di Osijek, dove sempre nel 1991 furono uccisi 19 serbi civili. Da Belgrado, il presidente Tadić ha portato 25 documenti sequestrati nel 1991 dall'ospedale di Vukovar che potrebbero aiutare nella ricerca degli oltre 1000 scomparsi croati di cui non si ha avuto da allora nessuna informazione.
"Sono venuto qui per inchinarmi davanti alle vittime ed e' mia intenzione rendere loro omaggio. Sono qui, perche' inchinandomi davanti alle vittime, voglio ancora una volta esprimere parole di scusa e di rammarico e creare la possibilita' affinche' Serbia e Croazia girino una nuova pagina della storia“ ha detto il presidente serbo Tadić ad Ovčara, simbolo delle sofferenze del popolo croato nella Guerra per la Patria. „E' mio desiderio di creare la possibilita' affinche' i nostri figli siano sollevati dal peso del passato e si realizzi una politica di buon vicinato e di collaborazione che apre le possibilita' alla gente – una politica che e' del tutto contraria a quella degli anni novanta“ ha aggiunto Tadić. "Siamo venuti a Vukovar e ad Ovčara per rendere omaggio alle vittime e per porre le condoglianze alle famiglie, ma anche per dimostrare che ogni crimine sara' punito“ ha detto il presidente croato Ivo Josipović. "Siamo venuti qui per dimostrare che e' possibile una politica diversa – una politica di pace“ ha sottolineato il capo dello stato croato rilevando che e' suo desiderio affinche' questo evento sia un nuovo stimolo per trovare il destino delle persone scomparse, il rispetto di tutte le vittime e l'apertura di una nuova pagina nelle relazioni tra i due paesi. Le due corone depositate ad Ovčara – il luogo dove i membri dell'esercito jugoslavo e delle forze paramilitari serbe avevano liquidato il 20 novembre 1991, 200 civili e soldati, maggiormente pazienti dell'ospedale di Vukovar – portano la stessa semplice ma importatne scritta: „Alle vittime innocenti“.
Questo evento, pero' ha suscitato ovviamente anche delle critiche e protesta. Cosi' ad Ovčara una 50-tina di persone hanno manifestato con candele accese e preghiera. Si tratta di mogli di Vukovar e di madri di Lovas e Sotin nonche' di difensori ed invalidi della Guerra. I manifestanti hanno sottolineato che non si oppongono a nessuna visita e alle condoglianze ma che chiedono soprattutto la verita' su tutte le vittime, in particoalare quelle scomparse. Sulla via verso Ovčara, i due presidenti hanno trovato anche un centinaio di manifestanti – membri del Partito croato del diritto. Portavano cartelloni con scritte tipo „le scuse non bastano“ , „Non sei benvenuto“, „Ivo stai sbagliando“. Molto impressionante e' stato l'incontro dei due presidenti e della premier croata con Vesna Bosanac, attualmente e all'epoca della guerra, direttrice dell'Ospedale di Vukovar.
A seguito del suo incontro con Tadic, la presidente del governo croato Jadranka Kosor ha detto che la visita del presidente serbo e' un momento importante nelle relazioni tra i due paesi e che con questa visita si apre un nuovo libro. „Con soddisfazione saluto tutto quello che il presidente serbo Boris Tadić ha pronunciato ad Ovčara e che ha reso omaggio alle vittime dei difensori e civili croati di Vukovar“ ha dichiarato Kosor. Si e' detta altrettanto soddisfatta che alla Croazia e' stata restituita una parte della documentazione sequestrata dall'ospedale di Vukovar nel 1991 di cui, come ha spiegato, si e' maggiormente parlato durante l'incontro con le associazioni delle vittime.
Durante l'incontro con i rappresentanti politici della minoranza serba in Croazia nonche' con i rappresentanti delle famiglie dei cittadini croati di nazionalita' serba che altrettanto cercano ancora i loro cari, Tadić ha detto: „Mi impegno che i croati in Serbia abbiano tutti i diritti e lottero' sempre per i diritti dei serbi che vivono in Croazia. E' una questione di principio politico, di valori comuni e di valori europei“ e ha aggiunto che si tratta dell'unico possibile aproccio se vogliamo parlare di riconciliazione e di un futuro comune in Europa Sudorientale. Da parte sua, Ivo Josipović ha spiegato che durante l'incontro e' stata confermata la posizione umana e politica che ogni crimine e' crimine e che ogni crimine deve essere condannato senza importanza da chi e contro chi e' stato commesso. La premier Kosor ha dichiarato invece che il suo Governo fa tutto per trovare e sepellire con dignita' i resti delle persone di nazionalita' serba sconparse durante le operazioni militari Lampo e Tempesta. Su questa lista, ha ricordato Kosor, ci sono 835 persone scomparse. Secondo le sue parole, si e' discusso anche del ritorno di profughi e di una prossima conferenza di donatori.
Alle domande dei giornalisti se ci sono state pressioni dall'estero, in particolare da Bruxelles alla realizzazione di questo incontro, il presidente serbo ha detto che a Vukovar si e' recato da uomo. „Nessuno ci ha costretti a questo passo, ne' Bruxelles ne' Washington, nessuno mi deve portare ne' a Srebrenica ne' a Vukovar“ ha risposto Boris Tadić sottolineando di esserci venuto come uomo e come presidente della Serbia. Il presidente Josipović da pare sua ha rilevato che „non e' ne' Washington, Bruxelles, Roma o Madrid a costringerci di fare quello che abbiamo fatto ieri, che facciamo oggi e quello che faremo domani, vale a dire compiere il processo di riconciliazione“. Bisogna girare ancora molte pagine di cui quella piu' difficile e' la pagina dei scomparsi, ha aggiunto il presidente croato.
All'indomani dell'evento di Vukovar, il commissario europeo all'allargamento Stefan Feule ha commentato che si tratta di „un passo importante verso la riconciliazione nei Balcani Occidentali“. Luoghi come questi dovrebbero diventare simboli di riconciliazione ed un esempio per tutti i Balcani Occidentali ha aggiunto Fuele sottolineando che Bruxelles presta particolare importanza alle relazioni di buon vicinato e alla collaborazione regionale come parte del processo di stabilizzazione e associazione. „Ci aspettiamo che questo lavoro esemplare continui“ ha concluso l'eurocomissario.
Reazioni arrivano anche dalla vicina Bosnia Erzegovina. Il neo presidente della Presidenza della BiH, Bakir Izetbegović ha valutato che nei Balcani si sta creando una nuova atmosfera la cui prova e' proprio l'incontro del presidente della Serbia Boris Tadić e del presidente della Croazia Ivo Josipović a Vukovar. „Non e' soltanto simbolico, poiche' le guerre nei Balcani sono finite da tanto tempo ed e' veramente arrivato l'ultimo momento per aprire prospettive migliori“ ha detto Izetbegović. Ha aggiunto pero' che i presidenti della Serbia e della Croazia, qualificati come leader della riconciliazione nella regione, non gli sono da esempio. Con dovuto rispetto verso Tadić e Josipović, ha detto Bakir Izetbegović, il suo desiderio e' quello di continuare la politica di suo padre, Izet.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della parte della corrispondenza dedicata alla visita del presidente serbo Tadic a Vukovar per la puntata di Passaggio a Sud Est che andrà in onda questa sera a Radio Radicale
ciao carissimo roby
RispondiEliminati dedico un fantastico ivan !
http://balkan-crew.blogspot.com/2009/09/
petromil-ivan-ticac.html