Ma il quadro politico resta incerto: nessuno in Parlamento ha i numeri per eleggere il presidente della repubblica
Stando a quanto riportavano le agenzie di stampa poco fa, con il 90 per cento dei voti scrutinati per le elezioni politiche che si sono tenute ieri, il Partito comunista si conferma la prima formazione politica della Moldova, mentre l'Alleanza per l'integrazione europea, la coalizione di partiti liberali e liberaldemocratici che sostiene il governo del premier Vlad Filat, mantiene nel suo complesso la maggioranza.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalle autorità ai comunisti andrebbe il 41,2% dei voti, pari a 44 seggi sui 101 di cui si compone il Parlamento di Chisinau. I tre partiti della coalizione pro-europea, invece, otterrebbero rispettivamente: Partito liberaldemocratico 28,1%, Partito democratico 13,3%, Partito liberale 8,6%. Nessun altro partito ha superato lo sbarramento del 4 per cento.
Se questi numeri verranno confermati, ai 44 seggi dei comunisti corrisponderebbero 57 seggi dei filo-europeisti (tra i quali però eventuali candidati indipendenti). Quindi, né la maggioranza, né l'opposizione raggiungono la fatidica soglia dei 61 voti necessari in Parlamento per eleggere il presidente della repubblica. Il quadro politico complessivo resta cioè incerto e si ripropone la stessa situazione che ha portato il Paese al voto nel giro di un anno e mezzo.
ma come si fa ancora a credere nei comunisti? siamo nel 21 secolo! ma cosa pensa l'agente quando va a votare?
RispondiEliminaPensa (soprattutto se ha una certa età) alle sicurezze che aveva con il passato regime e alle difficoltà materiali che ha dovuto affrontare quando è arrivata la democrazia. Noi che abbiamo vissuto al di qua della "cortina di ferro", abbiamo vissuto la storia da un punto di vista molto diverso. Non dico che si debba essere d'accordo, ma cercare di comprendere sì.
RispondiEliminaSaluti.