venerdì 23 agosto 2013

CIAO DINO

   
Riprendo questo blog dopo un periodo di silenzio dovuto ad un po' di vacanze e al prevalere di altri impegni di lavoro. E purtroppo lo riprendo in una circostanza triste. Ieri abbiamo dato l'ultimo saluto al nostro amico e collega di Radio Radicale Dino Marafioti. Dino ci ha lasciato venerdì scorso. Da quello che sappiamo ha scelto lui di andarsene. Per una serie di circostanze casuali sono stato uno dei primi a scoprire, il giorno dopo, cosa era successo. Ci conoscevamo da più di vent'anni e da tanti anni condividevamo la stessa stanza in redazione. Le nostre scrivanie erano una accanto all'altra. E anche se tra noi non c'era una particolare confidenza (e lui, comunque, era molto riservato sulla sua vita privata), la lunga frequentazione quotidiana lascia un segno, una consuetudine che riesci a valutare solo quando si interrompe. I motivi che lo hanno spinto ad un passo simile solo lui li conosce davvero: noi che restiamo possiamo solo intuirli. E dolerci di una perdita che ci lascia una grande tristezza e un grande vuoto che i fiori sulla scrivania servono solo a rendere più tangibile.

All'inizio della sua attività a Radio Radicale, Dino ebbe modo di occuparsi, un po' per caso, delle vicende della ex Jugoslavia. Era il dicembre del 1991. Il disfacimento della Jugoslavia era in atto, nel peggiore dei modi. La proclamazione dell'indipendenza da parte di Slovenia e Croazia aveva provocato la reazione di Belgrado, ma mentre in Slovenia il conflitto era durato pochi giorni, in Croazia sarebbe continuatao fino al 1995. In autunno, dopo la caduta di Vukovar, l'armata federale era avanzata in Slavonia fino a Osijek. Qui, in dicembre, si recò un “gruppo di azione nonviolenta” del Partito radicale transnazionale guidato da Marco Pannella che per l'occasione vestì la divisa dei difensori croati. Una iniziativa clamorosa, che suscitò polemiche e pesanti sarcasmi: il leader nonviolento svelava il suo vero volto e si schierava a fianco degli “ustascia” che avevano deciso di sollevarsi in armi contro la federazione socialista. Le cose non stavano così, ma questa è un'altra storia.

Dino Marafioti fu inviato a seguire quella missione e la raccontò agli ascoltatori di Radio Radicale: dalle strade di Osijek fin dentro le trincee croate, a poche centinaia di metri dalle linee serbe, nella notte di San Silvestro, con i botti e le luminarie del Capodanno che si mescolavano ai colpi di artiglieria e alle traccianti delle mitragliatrici. Qui di seguito potete riascoltare il racconto in presa diretta di quella notte del 31 dicembre 1991.




Adriano Sofri, qualche giorno fa sul Foglio, ha dedicato la sua “Piccola Posta” a Dino Marafioti:
La notte di sabato Radio Radicale trasmetteva un vecchio servizio sui radicali a Osijek, era già cominciato, l’ho riascoltato con interesse, mi chiedevo quale circostanza avesse indotto a tirare fuori dall’archivio quel vecchio reportage su Marco Pannella e un manipolo di suoi che erano andati in Croazia a dirsi nonviolenti e solidarizzare con quel paese indossandone l’uniforme. Ho capito solo quando è finito. L’autore del reportage, condotto davvero sul campo e fin nelle trincee infangate, riempite di parole solenni e di bevande forti, era Dino Marafioti. Lungo il cammino trovò anche il modo di far iscrivere al Partito radicale un uomo intelligente, col figlio al fronte, in cui si era imbattuto. Dopo hanno trasmesso un altro suo lungo documento su Emanuela Orlandi, assai ben fatto. Non conoscevo Marafioti, se non per la sua voce, quella della radio dentro ma fuori dal palazzo. E ogni mattina sentivo Massimo Bordin ringraziarlo per il prezioso lavoro svolto preparando la rassegna stampa. Succede così, di avere una dimestichezza quotidiana con una persona, senza sapere niente di lei. Senza sapere se sia triste o felice, e quanto. Lo ricordo, e mando un abbraccio ai suoi compagni tristi. 
 Ciao Dino. Ti auguro di stare meglio, ovunque tu sia.


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