Sono ripresi il 15 maggio a Nicosia i
colloqui tra greco-ciprioti e turco-ciprioti per giungere ad un
accordo sulla riunificazione dell'isola, con la mediazione dell'Onu.
Quello di venerdì è stato il primo incontro tra le due parti da
quando il 26 aprile scorso Mustafa Akinci è stato eletto presidente
della Repubblica Turca di Cipro Nord, l'entità autoproclamata sul
territorio occupato nel 1974 dall'esercito turco e riconosciuta dalla
sola Turchia. Nei giorni precedenti l'inviato delle Nazioni Unite
Espen Barth Eide aveva spiegato che i colloqui sarebbero serviti ad
Akinci ed al presidente greco-cipriota Nicos Anastasiades per avere
uno "scambio generale di vedute".
Il primo contatto è evidentemente
andato bene, visto che quattro ore di faccia a faccia, dopo mesi di
stallo, hanno portato all'impegno per rilanciare il negoziato e ad
un'intesa per facilitare il transito tra Cipro Sud e Cipro Nord.
Akinci, ha compiuto un'importante apertura accettando che il
passaggio possa avvenire senza necessità di procedure simili ad un
visto. Le due parti hanno inoltre concordato di incontrarsi almeno
due volte al mese ed un nuovo colloquio è già stato fissato per il
28 maggio.
Ora sarà interessante vedere se e in
che modo la Turchia sosterrà la presidenza Akinci. Ricordiamo che subito
dopo le elezioni del 26 aprile, le dichiarazioni di Akinci, per cui i
turco-ciprioti devono essere padroni del loro destino, erano state
censurate piuttosto seccamente sia dal presidente turco Recep Tayyip
Erdogan che dal premier Ahmet Davutoglu. Cipro Nord, non esistendo
formalmente, dipende in tutto e per tutto dalla Turchia e forte resta
la presenza militare turca in questa parte dell'isola.
Il problema di Cipro resta un punto
rilevante nel negoziato per l'adesione della Turchia all'Unione
Europea. Inoltre, la questione della ricerca e del futuro
sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi del Mediterraneo
orientale, balzata alla ribalta negli ultimi anni, invece di offrire
un'opportunità per risolvere finalmente la vicenda della
riunificazione, rischia di diventare un nuovo motivo di attrito tra
gli attori internazionali coinvolti in un'area già delicatissima.
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