Dalla puntata di Passaggio a Sud Est del 8 marzo cominciamo ad occuparci della vicenda della ricerca di idrocarburi in Adriatico. La decisione del governo croato di dare via libera a importanti compagnie petrolifere per la ricerca di giacimenti ha intensificato la mobilitazione di ong, associazioni ambientaliste e semplici cittadini seriamente preoccupati che lo sfruttamento dei fondali marini comprometta irreversibilmente gli equilibri di un ambiente delicato come quello dell'Adriatico, ma anche attività importanti come la pesca e il turismo.
Di Marina Szikora
Dalla piazza San Marco di Zagabria (sede del governo croato) non ci sono commenti relativi all'annuncio del premier Zoran Milanovic, informa la televisione RTL croata. In visita a Fiume, il capo del governo non ha voluto rispondere ulteriormente alle domande dei giornalisti. Si tratta della sua proposta di referendum sull'esplorazione del petrolio nell'Adriatico. Anche il “Wirtschaftsblatt” austriaco scrive su questo tema e rileva che le concessioni per l'esplorazione sono gia' state divise ma che la febbre petrolifera sta diminuendo. Il giornale austriaco aggiunge che le azioni delle organizzazioni per la protezione dell'ambiente sono sempre piu' operative, soprattutto perche' adesso vengono anche appoggiate dalle personalita' croate. Il governo croato finora ha segnato un totale di 29 campi per l'esplorazione. Le concessioni, tra gli altri, hanno ottenuto la OMV e il suo partner americano Marathon Oil, nonche' l'italiana ENI. I contratti dovrebbero essere firmati fino al 2 aprile.
Va detto che dei famosi cantanti croati si sono uniti per promuovere la loro voce nella lotta contro i nuovi scavi nell'Adriatico. L'annuncio del premier a favore di un referendum sulla questione, i cantanti hanno accolto con approvazione ma restano attenti. Annunciano anche uno spot e un grande concerto il cui messaggio sarebbe quello che loro non sono una minoranza chiassosa come qualificati dal premier. Anche il ministro dell'Economia, Ivan Vrdoljak parla di una minoranza quando si tratta degli oppositori al progetto di esplorazione e afferma che dietro di loro vi e' un lobby di importazione. La produzione domestica significa anche prezzi piu' bassi di energetici, afferma il ministro croato, mentre 4 mila navi cisterna che annualmente entrano nell'Adriatico, sono piu' pericolose della produzione. “Faro' il tutto possibile affinche' i cittadini della Croazia abbiano il gas piu' economico e i derivati petroliferi meno costosi e che l'Adriatico croato non sia sporcato dalle navi cisterna straniere” ha detto il ministro Vrdoljak.
Dall'Agenzia per gli idrocarburi affermano che l'Adriatico viene esplorato da ben 40 anni ma adesso lo si farebbe in maniera ancora piu' sicura. Barbara Doric, presidente della gestione dell'Agenzia per gli idrocarburi assicura che “noi tutti siamo per la protezione dell'Adriatico, loro con le loro posizioni ed io con la posizione degli esperti e le modalita' con le quali abbiamo ulteriormente protetto assicurando i piu' alti standard ecologici e tecnologici, vale a dire standard di sicurezza”.
Ma come detto, viste le ultimissime dichiarazioni del premier Zoran Milanovic, sull'esplorazione dell'Adriatico si potrebbe decidere al referendum. Il Sabor (parlamento) lo potrebbe indire con i voti della maggioranza di governo. Il maggiore partito di opposizione, l'HDZ, ritiene la proposta di Milanovic come poco seria e una “avventura” per ottenere consensi elettorali (in vista delle ormai vicine elezioni parlamentari).
In vista del summit petrolifero che si svolgera' la settimana prossima in Montenegro, a Budva, le associazioni che sono contrarie non si calmeranno, informa la RTL croata. Si sono mossi anche gli scrittori croati. Una scrittrice tra questi ha affermato di essere “offesa come elettore e quella che paga le tasse perche', per quanto riguarda le fonti energetiche, proprio sull'Adriatico e' stato fatto poco ad esempio sullo sfruttamento del vento e del sole ovvero sulle fonti rinnovabili”. “Qui vorremmo il turismo e li le piattaforme? Cosi' come siamo organizzati, siccome hanno fretta, e se petrolio c'e', forse potremmo perfino nuotare nel petrolio”, ha detto ironicamente la scrittrice croata. A proposito della sua proposta di referendum, il premier croato ha detto che in Croazia finora si e' andato al referendum sulle cose che non sono state decisive per la nazione. Adesso pero' e' lui a dire di “andare al referendum per vedere se vogliamo lo sfruttamento dei minerali e delle fonti naturali a causa delle quali ci sono le guerre nel mondo mentre noi forse le abbiamo nel sottosuolo, oppure lo trascureremo a causa delle voci di una minoranza che e' chiassosa ma che ha il diritto ad esserlo”.
Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda a Radio Radicale domenica 8 marzo
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