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giovedì 21 marzo 2013
SLOVENIA: VIA LIBERA DEL PARLAMENTO AL GOVERNO BRATUSEK
Ieri sera il Parlamento di Lubiana ha dato via libera al nuovo governo guidato da Alenka Bratusek: il nuovo esecutivo, di centro-sinistra, prende il posto di quello di centro-destra di Janez Jansa sfiduciato lo scorso mese di febbraio. I nuovi ministri, dell'undicesimo governo nella storia della Slovenia indopendente, hanno già prestato giuramento:oggi, dopo il passaggio delle consegne, si tiene il primo Consiglio dei Ministri di un governo che ha davanti a sé un compito non facile e che sarà giudicato dalla gente senza indulgenze. Qui di seguito il pezzo di Stefano Lusa, caporedattore della redazione giornalistica di Radio Capodistria, pubblicato oggi sul sito di Radio Capodistria.
Le sfide del nuovo governo
di Stefano Lusa
È il primo governo guidato da una donna, quello più giovane della storia della repubblica, il primo con un ministro che apertamente dichiara di appartenere ad una minoranza nazionale ed è anche il primo governo che ha un mandato a termine.
Il gabinetto Bratušek si ripresenterà alla camera entro un anno per chiedere la fiducia. Se le cose dovessero andar bene potrebbe continuare, magari fino alla fine del mandati, altrimenti la strada non potrebbe essere altro che quella delle elezioni anticipate. Uno scenario questo che probabilmente cancellerebbe dal parlamento molte delle forze politiche oggi presenti.
In questo momento le incognite sono molte. La prima riguarda lo stato delle casse dello stato. Le dichiarazioni fatte dall’ex ministro delle finanze Janez Sušteršič sono allarmanti e la nuova opposizione non ha mancato di dire che quello della Bratušek sarà l’ultimo governo sloveno prima del commissariamento europeo.
Se la situazione economica dovesse aggravarsi, non potrebbero che acquisti, le proteste di piazza e la sfiducia nei confronti della classe politica.
In ogni modo bisognerà vedere quanto la coalizione riuscirà a reggere e quanto tempo dovrà passare affinché emergano le contraddizioni tra i partiti della nuova maggioranza. Le sorti dell’esecutivo paiono ancora una volta nelle mani di Gregor Virant, il bizzoso leader della Lista civica, ma anche in quelle dei Socialdemocratici che sognano di capitalizzare in termini di voti quello che gli inaffidabili sondaggi teoricamente gli assegnano.
La nuova opposizione non sembra voler dare troppa tregua al governo. Il primo bersaglio potrebbe essere il ministro della difesa Roman Jakič, su cui non sono mancati di volare ieri pesanti strali. Se lo scontro dovesse ancora di più inasprirsi, con il solito infamante reciproco scambio di accuse tra le opposte fazioni, la classe politica slovena potrebbe procedere verso un inesorabile autodafé.
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