giovedì 9 giugno 2011

RATKO MLADIC ALLA SBARRA, FINALMENTE

La prima apparizione di Ratko Mladic nell'aula del
Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia all'Aja
di Marina Szikora [*]
Dopo sedici anni Mladić e' finalmente all'Aja e l'ironia del destino vuole che proprio nel carcere di Scheweningen, si trovera' a condividere le stanze e le docce con i suoi sottoposti ma anche con i suoi nemici, scrive il quotidiano di Belgrado 'Blic'. Tra i primi che sicuramente incontrera' sara' il suo ex comandante supremo, l'ex leader dei serbi bosniaci Radovan Karadžić. Le relazioni tra Karadžić e Mladić, come sappiamo, peggiorarono verso la fine della guerra in Bosnia nel 1992-1995. Mladić potrebbe incontrare anche la sua ex mano destra, Vujadin Popović condannato all'ergastolo a causa del massacro di Srebrenica. Popović ha presentato ricorso alla sentenza. Nelle stanze comuni, in cui i prigionieri si rilassano quando non sono al processo, osserva 'Blic', Mladić potrebbe persino giocare qualche partita di scacchi con uno dei suoi ex avversari come ad esempio con il generale croato Ante Gotovina, recentemente condannato a 24 anni di carcere per crimini contro i serbi in Croazia il quale altrettanto ha presentao ricorso alla sentenza di primo grado. Come informa l'avvocato di Radovan Karadžić, tra gli accusati c'e' abbastanza comprensione e maggiormente vanno d'accordo anche se non si tratta di amicizie sincere bensi' di una collaborazione civile tra persone che capiscono di dover passare molto tempo insieme.

La prima apparizione dell'imputato Ratko Mladić davanti al giudice dell'Aja Alphonse Orie e' avvenuta lo scorso venerdi'. L'imputato, latitante da 16 anni e' entrato in aula in divisa salutando da militare e presentandosi con le parole "io sono il generale Ratko Mladić". L'ex generale serbo bosniaco ha fermamente negato di aver ucciso musulmani e croati affermando di aver difeso il suo paese ed il suo popolo. "Voglio uscire libero. Non voglio che mi sia letto l'atto di accusa" ha detto Mladic aggiungendo al giudice "Mettiamoci d'accordo da uomini". Queste sono state solo alcune delle sue dichiarazioni venerdi'. A momenti sembrava malato e peoccupato, a momenti anche confuso, ma e' stato anche ben visibile il suo orgoglio nonche' attimi di un suo sorriso ironico. Anche l'applauso al giudice, scrivono i media, e' stata una parte del suo performance. Sicuramente le piu' colpite sono state le rappresentanti delle associazioni di vittime di guerra in BiH che con tanto di emozioni hanno seguito l'apparizione di Mladić in aula del Tribunale.

Continuano intanto i commenti e le domande del perche' si e' dovuto aspettare cosi' a lungo per vedere finalmente il super ricercato dell'Aja davanti alla giustizia internazione. Per il canale televisivo Euronews ne ha parlato il presidente della Serbia Boris Tadić giustificando gli attuali vertici di Belgrado: "Durante i 16 anni, al potere non vi e' stato un solo governo, nel corso di 16 anni abbiamo avuto la rivoluzione democratica, 16 anni fa al potere c'era Slobodan Milošević" ha spiegato Tadić. Ha aggiunto che fino all'ottobre 2002, Mladić camminava liberamente ed e' "cristalmente chiaro" che era protetto dagli uomini dell'allora governo. "L'intero processo di indagini e' stato particolarmente doloroso per la Serbia, il prezzo morale nella comunita' internazionale estremamente alto, abbiamo perso molti investitori negli ultimi anni" ha constatato il presidente della Serbia e ha detto che dal punto di vista politico sarebbe stato molto piu' efficace se la data per concludere questo processo fosse stata scelta prima.

Lunedi' davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, il procuratore dell'Aja, Serge Brammertz ha presentato il suo rapporto semestrale sulla collaborazione della Serbia e Croazia con il Tpi. Nonostante le forti critiche espresse nella versione scitta inviata alcune settimane fa, adesso Brammertz ha detto che la Serbia con la cattura di Ratko Mladić ha compiuto un passo avanti importante e di aver adempiuto uno dei piu' importanti obblighi verso il Tribunale. Un ottimo risultato, ma resta il fatto che Mladić si nascondeva 16 anni e in questo contesto Brammertz ha invitato le autorita' della Serbia di indagare su quelli che avevano reso possibile la cosi' lunga latitanza di Mladić. Infine, Brammertz ha sottolineato che il suo ufficio vuole che Goran Hadžić, l'ex leader dei serbi croati ribelli, accusato per crimini contro l'umanita' in Croazia sia catturato senza rinvii.

E a proposito dell'altro e ultimo super ricercato dell'Aja, Goran Hadžić, la troupe della radio e televisione serba B92 ha visitato la casa della famiglia di Hadžić a Novi Sad in Voivodina dove Hadžić e' stato visto per l'ultima volta. Della sua latitanza ha parlato il figlio Srećko Hadžić. Sette anni da quando l'imputato dell'Aja aveva abbandonato la sua casa, nessuno dei suoi famigliari l'aveva visto o sentito notizie di lui. Secondo Srećko, in questo modo Hadžić vuole proteggere se stesso e la sua famiglia. Ma il fatto di non sapere nulla del padre, fa pensare anche che forse non e' nemmeno piu' vivo, afferma il figlio di Hadžić. Aggiunge che ora, dopo l'arresto di Mladić, le pressioni sulla famiglia Hadžić aumenteranno. "Dopo le perquisizioni in casa, andiamo sempre in questura per colloqui e ci e' stato detto chiaramente che finche' non si consegnera' o finche' non sara' arrestato, non potro' avere un lavoro o terminare gli studi. Semplicemente mi e' stato proibito di lavorare, i miei diritti umani sono violati, ma nessuno se ne preoccupa poiche' sono figlio dell'imputato dell'Aja" racconta Srećko e sottolinea che ne' lui ne' suo padre non credono nell'indipendenza del Tribunale dell'Aja perche' si tratta di un tribunale politico. Srećko Hadžić e' convinto che per la Serbia non cambierebbe nulla se suo padre si consegnasse o venisse arrestato. L'Ue, e' convinto il figlio di Hadžić, si inventera' qualche nuova condizione e la collaborazione con l'Aja non sara' mai conclusa.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Da questo testo è tratta la corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 9 giugno a Radio Radicale

6 commenti:

  1. Volevo segnalarvi che attualmente in Macedonia, in corso ci sono proteste per l'uccisione di un ragazzo 23enne da parte di un appartenente alle forze speciali il 6 giugno nel centro di Skopje, durante la festa della rivincita alle elezioni del partito nazionalista. Ecco un link in inglese http://ireport.cnn.com/docs/DOC-619823?ref=feeds%2Flatest
    Vi sarei molto grata se ne dedichereste un post in italiano.

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  2. Purtroppo dietro questo blog non c'è una redazione ma solo una persona (chi scrive) che fa quello che può. Comunque molte grazie della segnalazione.
    Ps: mi scuso se non ho risposto prima ma in questi ultimi giorni ho qualche problema a inserire i commenti ai post.

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  3. destino vuole che stia con i suoi nemici ?
    ma impiccatelo subito se lo volete morto !
    non vi basta milosevic ?????????

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  4. E invece no. Mladic e i suoi nemici avranno un processo equo e con tutte le garanzie di potersi difendere.
    Cosa che non concessero alle loro vittime.

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  5. e per favore.. se parlate di processo equo non condannate un uomo fino a che non sia stato condannato da una corte.. altrimenti non vedo nessuna equità

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